Lo sciopero selvaggio blocca bagagli e voli E Malpensa è nel caos

Un altro sciopero selvaggio ha mandato in tilt i voli, questa volta è toccato a Malpensa. Dopo l'agitazione di venerdì sera a Linate, ieri i lavoratori di Sea Handling si sono riuniti in «assemblea spontanea» per più di due ore, dalle 7.30 alle 9.40. Hanno assistito la discesa dei passeggeri in arrivo ma senza scaricare i bagagli, provocando ritardi tra i 60 e i 90 minuti nella riconsegna delle valige. Coinvolti almeno 15 voli in arrivo e altrettanti in partenza, ma sono rimasti bloccati a terra anche parecchi voli intercontinentali in attesa dei bagagli dei passeggeri che transitavano da Linate, diretti verso altre mete. Non sono servite a nulla le proteste. La stessa paralisi per qualche ora era toccata alla scalo del Forlanini e potrebbe ripetersi nei prossimi giorni colpendo entrambi gli aeroporti. L'agitazione è legata alla trattativa per il salvataggio di Sea Handling. Per azzerare la multa comunitaria da 452 milioni di euro inflitta al governo per presunti aiuti di Stato, e che pende sulla società, i sindacati e Sea avevano raggiunto lo scorso novembre un accordo per garantisse la discontinuità chiesta dall'Ue: creazione di una nuova società per la gestione bagagli, la Airport handling, posseduta al 100% da Sea, rescissione dei contratti con gli operatori (da Easyjet ad Alitalia, oggi sono una decina) e quelli con i 2.300 lavoratori. La nuova Airport avrebbe siglato da zero nuovi contratti con le compagnie e assunto un numero adeguato di ex operatori di Sea Handling, ricollocando in Sea, grazie agli accordi sindacali, quelli in esubero o garantendo gli scivoli. Ma venerdì il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato che quella formula non regge alla prova Ue, per cancellare la multa la Commissione Europea impone l'ingresso di un socio privato nella maggioranza della nuova società controllata da Sea. Tutto da rifare? I lavoratori temono una riduzione dei posti e con gli scioperi selvaggi hanno iniziato a lanciare messaggi di rivolta. Oggi i vertici Sea hanno convocato i sindacati per affrontare la situazione. Ma il segretario generale di Fit Cisl Giovanni Abimelech avverte: «Ci dovranno spiegare se quanto ha anticipato Lupi è vero, e convincerci che l'accordo che abbiamo siglato a novembre non garantisce discontinuità. Secondo noi disdettando i contratti con gli operatori e i dipendenti è inattaccabile, ci sono tutte le condizioni per una discontinuità col passato. Ci opporremo all'ingresso al 51% di un privato. Sea ci dica se intende stare con noi o con il governo e l'Ue, poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità». I sindacati hanno già avviato le procedure per indire uno sciopero ma «sulle agitazioni spontanee dei lavoratori in allarme non possiamo rispondere». E non serve aggiungere che se il vecchio accordo diventa carta straccia, si rischiano giornate nere per i voli.

Rimarca «l'assoluto silenzio del sindaco Pisapia», il Comune ha la maggioranza di Sea. C'è «un'irresponsabilità da parte delle istituzioni sui disagi che si potranno scatenare se oggi l'azienda confermerà che l'accordo è saltato».

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