Scola: «L'islam deve evolversi»

Il cardinale e il governo: «Auspico un'intesa sulla legge elettorale»

Sabrina Cottone

«Magari, se non avessi fatto il vescovo, avrei fatto il politico» dice il cardinale Angelo Scola ai giornalisti, subito dopo la messa della mattina di Sant'Ambrogio. «E l'avrebbe fatto bene perché è bravo!» gli risponde una signora appena uscita dalla basilica stracolma. Lui si schermisce, ma sulle tracce di Ambrogio, in cui «la dimensione religiosa si coniuga con quella civile», parla di ciò che più preoccupa cittadini e fedeli in questo momento: il rapporto con l'Islam e la crisi di governo.

«L'islam ci sfida - dice ancora una volta -. Loro devono evolvere accettando il principio di secolarità e distinguendo la dimensione sociale e politica da quella religiosa. Ma anche noi dobbiamo evolvere non pensando di essere in un'epoca post- cristiana». E poiché parla di «dialogo possibile con l'islam autentico», spiega anche la differenza: «L'islam autentico è l'islam che in buona fede cerca di essere attaccato al Corano e alle correnti più significative di lettura del medesimo. Adesso si va differenziando. In un recente dialogo con l'imam di Bordeaux l'ho sentito chiedere un dialogo sulla teologia, sulla visione di Dio, e non solo sul diritto. A questo punto comincio a credere, cosa su cui prima ero scettico, che si possa cominciare a parlare di un islam europeo che può avere una forte incidenza» Ed ecco la fonte dei dolori: «L'Islam inautentico è quello che a priori non accetta il dialogo e, quando è parassitato dall'ideologia, precipita in forme integralista e arriva fino alla tragedia del terrorismo».

Veniamo alla crisi di governo. «Sono interrogato dalla fatica che la politica sta facendo a ritrovare se stessa e non è un discorso di parte». Cita ancora una frase di Platone: « Il politico deve avere un ordito forte e solido e una trama tenera». E cioè essere capace di guardare il reale con una prospettiva ideale, ma soprattutto in situazioni conflittuali deve essere capace di mediazione: «Vuole l'intesa perché vuole il bene comune, con franchezza e determinazione.

Se invece la politica si limita al consenso immediato, questo peggiora le cose». Idee chiare per uscire dallo «stallo» con la legge elettorale: «È una situazione complessa in cui uno deve saper anche cedere. Auspico che le forze politiche si mettano d'accordo per la riforma della legge elettorale».

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