Sconto milionario al ristorante-mensa che piace ai politici

Sconto milionario al ristorante-mensa che piace ai politici

Un piatto amaro per le tasche pubbliche è servito dai tavoli del ristorante «Papà Francesco» di via Marino. Si è infatti conclusa da poco la disputa tra il ristorante e il Comune che è proprietario dei muri. E il primo ci ha rimesso 60mila euro all'anno per 18 anni.
Tutto parte nel 2008. Il contratto di affitto scade e l'Amministrazione Moratti tenta di adeguare il prezzo senza successo. Per il proprietario dell'insegna a Palazzo Marino vogliono troppi denari e si rivolge al tribunale amministrativo. Blocca così anche il tentativo di sfratto operato dal Comune. Il ragionamento dell'Amministrazione era semplice: le nuove condizioni sono queste, se non vi stanno bene ve ne andate e noi indiciamo un bando pubblico per assegnare nuovamente lo spazio. Ma il ristoratore non ci sta. Lui vuole rimanere lì a un costo inferiore. E dopo sei anni di guerra giudiziaria ha ottenuto uno sconto di 60mila euro. Praticamente 10mila euro per ogni anno di controversia, alla faccia di chi dice che non serve rivolgersi alla giustizia.
Ripartiamo dall'inizio: nel 2008 si chiude il contratto. Il Comune propone l'adeguamento: si passa da 80mila euro all'anno a 280mila. Un bel salto, anche se non così strano visto che da qualche anno le Amministrazioni cittadine cercano di ottenere entrare più sostanziose da tutti gli spazi affittati della Galleria. Anzi, quella attuale ha anche tentato di venderla agli stilisti. La vicenda però si mostra subito spinosa: «Si è partiti da posizioni decisamente distanti (la parte inizialmente aveva proposto come canone di euro 140mila!)- riportano i documenti comunali - per giungere a un accordo che vede superate le questioni rimaste a lungo insolute: in particolare la determinazione del canone». Fortuna per il ristoratore che il suo locale è frequentato molto bene, vip e una bella fetta della giunta, da anni: la questione non passa in secondo piano. Anzi, nel 2012 ottiene anche il riconoscimento di bottega storica, una targa che gli varrà anche uno sconto del 10% sul canone di affitto. Lo scorso maggio poi, il Comune decide proprio di arrendersi: con una delibera stabilisce di accordarsi per una conclusione bonaria della controversia: il ristoratore pagherà 220mila euro all'anno, più i 720mila non incassati dall'Amministrazione cittadina in questi sei anni. Uno sconto dunque per un contratto valido per i prossimi 18 anni: a fare i conti della serva in tasca a ristoratore e famiglia, hanno risparmiato un milione di euro e rotti con un semplice tratto di penna.
Sicuramente è tutto regolare, inoltre assessori e personaggi famosi potranno continuare a gustarsi i manicaretti sfornati da «Papà Francesco». Un ristorante, il cui nome è stato registrato qualche decennio fa, che è diventato tanto famoso da essere esportato come franchising in Giappone.

Qualità sicuramente, ma non fortuna: il locale aperto con lo stesso nome nel Paese del Sol Levante era situato proprio nella prefettura di Fukushima, quella devastata dal tsunami che danneggiò gravemente anche la centrale nucleare locale.
L'originale milanese sembra essere più fortunato, al punto da ottenere sconti con tanti zeri. Con tutti questi contanti risparmiati, ne avanzano per accendere qualche cero.

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