Scontro mortale in auto: la banda spacciava droga

Sembrano spariti nel nulla le tre persone, forse nordafricani, che a bordo di un'Audi A/4 in fuga dai carabinieri sulla tangenziale ovest sono piombati su un suv uccidendo l'automobilista. Nonostante l'impatto nessuno di loro sembra sia rimasto ferito, non ci sono macchie di sangue, dentro l'auto e lungo la via di fuga, e ora spetterà alla scientifica cercare tra i rottami del loro veicolo, intestato al solito prestanome, impronte digitali, dna e quant'altro possa essere utile alle indagini. Per il momento nell'abitacolo è stato trovato solo un bilancino di precisione, indizio che fa ritenere come i tre possano essere dei trafficanti di droga.
Li hanno cercati per ore, decine di uomini fatti uscire da tutte i comandi dei carabinieri, coadiuvati dall'alto da un elicottero della polizia, ma i delinquenti, che per fuggire hanno ammazzato un uomo, per il momento l'hanno fatta franca. I tre dalla pelle molto scura, tanto da lasciar pensare siano nordafricani, erano stati intercettati nel comune di San Giuliano da equipaggio della compagnia di San Donato. Insospettiti dalle loro brutte facce i militari hanno intimato l'alt, ma l'Audi A/4 è subito schizzata via. La vettura ha imboccato la tangenziale ovest, zig zagando a 170 all'ora in mezzo al traffico, fino a quando hanno speronato una Jeep Wrangler facendola ribaltare più volte. Dentro Palo Alfredo Armenise, 48 anni, noto architetto di Massa Carrara, con studio a Milano, morto sul colpo. I genitori e i suoi due fratelli vivono a Stresa sul lago Maggiore, mentre lui era rimasto molto legato alla sua città d'origine, dove aveva un altro studio e aveva appena finito di organizzare «Carrara Marble Weeks», in Fiera 27 giugno al 2 agosto. Proprio oggi ci sarebbe stata la conferenza stampa di presentazione, ovviamente sospesa per il grave lutto.
Anche l'auto investitrice è ridotta a un cumulo di rottami ma i tre passeggeri riescono a uscirne apparentemente illesi e sparire nella boscaglia nonostante le battute dei carabinieri. Allertati tutti gli ospedali, ma da nessun pronto soccorso è ancora giunta notizia di qualche ferito «sospetto». Nella vettura niente armi, droga o arnesi da scasso, solo un bilancino di precisione, che li identificherebbe come spacciatori. L'Audi risulta regolarmente assicurata e intestata insieme un'altra ottantina a un marocchino di 46 anni con qualche precedente, residente a Milano. I carabinieri sono andati subito a cercarlo, ma all'indirizzo ufficiale non c'è nessuno e i vicini non l'hanno mai visto. Chissà dov'è, di solito si tratta di personaggi emarginati, e, anche a trovarlo, chissà se sa a chi è finita la «sua» macchina.


Le ricerche sono ora estese in tutta la Lombardia, compresi i campi nomadi perché, vista la carnagione olivastra, potrebbe anche trattarsi di zingari, mentre i resti dell'Audi sono stati affidati alla scientifica. Gli esperti sono alla ricerca di un'impronta, una macchia di sangue, una sigaretta da cui ricavare il dna. Un primo indizio da cui partire per trovare questi spietati assassini.

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