Scoppia la battaglia ecologista Per la sinistra è un boomerang

Pd e Sel in largo Cairoli sfidano Fi per salvare la magnolia sbagliata Ed è guerra tra verde e infrastrutture

Sono più ambientalista se difendo la pista ciclabile o la magnolia? É la domanda che in questi giorni deve aver tormento i super-ecologisti del Pd se, soltanto dopo che persino Forza Italia aveva minacciato di incatenarsi all'albero a rischio in largo Cairoli e il Consiglio di zona 1 ha votato giovedì sera all'unanimità una mozione urgente per chiedere alla giunta di spostare di un metro il percorso della ciclabile in costruzione per evitare di «asfaltare» l'aiuola, ieri alle 13.30 è scesa lentamente in piazza anche la sinistra. Nel tratto incriminato, tra il Castello e via Cusani, sono comparsi il verde del Pd Carlo Monguzzi, il capogruppo Lamberto Bertolè, il consigliere Alessandro Giungi, Luca Gibillini per Sel e il presidente dell'aula Basilio Rizzo. Ma come, non si muoveva foglia negli anni passati che gli ecologisti occupavano già le piazze contro l'ipotesi di questo o quel parcheggio, spesso e volentieri riuscendo a bloccarli sul serio. In piazzale Lavater, Monguzzi e l'oggi assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran quand'era all'opposizione hanno condotto una battaglia epica contro il silos voluto (e mai realizzato) dalla giunta Moratti. Si comprende l'imbarazzo dunque nell'alzare le barricate contro la ciclabile progettata dallo stesso Maran. Una battaglia sul verde così poco convinta, che i consiglieri stavano per piangere sulla pianta sbagliata. I titoli sul web ieri parlavano e mostravano la «maxi-magnolia di largo Cairoli» e hanno pensato tutti che si trattasse del più imponente albero secolare (che poi magnolia non è). Gli operai del cantiere indicano la «vittima» da sacrificare alle biciclette, una bella magnolia ma meno maestosa (un'altra invece sarà rimossa e ripiantata). Gibillini su Facebook si affretta a rassicurare che «la notizia era sbagliata, molto sbagliata. Il progetto prevede una ciclabile e un marciapiede per fare i quali devono venire rimossi i due alberi più piccoli, ma non quello grande». La situazione dunque è grave, ma non gravissima. «Tanto rumore ma la notizia è decisamente da ridimensionare» anche se assicura che «nonostante tutto abbiamo appurato che è possibile un ulteriore piccolo cambio». Per una correzione del piano che accontenti verdi e ciclisti si orienta anche il Pd.

Ma la questione «magnolia» apre uno scontro politico a sinistra. Con l'assessore al Verde Chiara Bisconti pro-albero e quello ai Lavori pubblici Carmela Rozza che in giunta insiste per non restringere il marciapiede e causare rischi di sicurezza ai pedoni. Alla fine è il sindaco a scegliere: la magnolia non si tocca. Ma la questione, si rendono conto gli assessori, è che la storica battaglia della sinistra sul verde sta diventando un boomerang, e va trovata una soluzione da qui al 2016. Fare i talebani ambientalisti, al costo di bloccare le opere, andava bene quando governavano Albertini e Moratti. Ora c'è chi protesta (ad esempio) in viale Zara per il taglio di 40 alberi per fare posto al nuovo mercato.

E giusto ieri la giunta ha votato in via definitiva il progetto della linea M4: per realizzare la nuova metrò abbatteranno non una magnolia, ma centinaia di piante. IAl parco Solari i comitati minacciano già ricorsi e Fi battaglia. A chi contestava i parcheggi il centrodestra rispondeva che le auto non stanno in tasca. Ora toccherà ai compagni non incartarsi.

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