Scritte contro Ramelli e inno alle foibe

Alla scuola di via Tabacchi frasi disumane sul diciottenne sprangato a morte

Scritte contro Ramelli e inno alle foibe

Anche con tutto lo spirito cristiano, non è possibile perdonarli. Anche se non sanno quello che fanno, bastardi senza onore (e dignità) capaci di scrivere «Ramelli assente» di un ragazzo morto a 18 anni dopo giorni di devastante agonia con il cranio sfondato dalle chiavi inglesi del servizio d'ordine dei comunisti di Avanguardia operaia. Terribilmente disumano quell'«assente» riferito ai banchi della scuola dove fu perseguitato per il solo fatto di militare nel Fronte della gioventù e di aver scritto un tema dove denunciava gli assassini delle Brigate rosse. Tanto bastò per condannarlo morte e tanto non è bastato a evitare a questa vomitevole melma rossa di vergare una scritta disumana sui muri della scuola media di via Tabacchi nel Municipio 5, come ha denunciato il deputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza che ne ha chiesto al sindaco l'immediata cancellazione. E chissà se sarà così, perché di condanne di partiti, Anpi e sindacati ieri non se ne sono viste.

Così come non è degna di un essere umano quella scritta «più foibe meno fasci», una ferocia che si moltiplica a pochi giorni dalla Giorno del Ricordo, finalmente istituito da una legge nel 2004 per onorare gli italiani infoibati dai partigiani comunisti e dalle belve titine con i polsi stretti nel filo spinato. Insieme all'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati costretti a lasciare le loro terre per quella terribile epurazione etnica.

Ci pensino il Comune e la giunta di centrosinistra.

E magari anche prefetto e questore, troppo tolleranti e benevolenti verso quei bravi ragazzi dei centri sociali occupati e delle sigle no global e sedicenti antagoniste, da sempre focolaio di violenze. Verbali e troppo spesso anche fisiche. Da lì viene questa feccia, lì forse bisognerebbe intervenire. Possibilmente prima che sia troppo tardi.

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