Scuola in fibrillazione. "Mancano 5mila docenti ed è tardi per i concorsi"

Oggi il ministro Azzolina al Tavolo regionale ma i sindacati sono sul piede di guerra

Scuola in fibrillazione. "Mancano 5mila docenti ed è tardi per i concorsi"

Sarà questa mattina a Milano il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina per partecipare al Tavolo regionale sulla ripresa all'Ufficio regionale scolastico per la Lombardia. Un tour, che sabato ha toccato Torino, per fare il punto regione per regione sulla stato di fatto in vista dell'imminente apertura delle scuole il 14 settembre, e il 1 per i corsi di recupero.

«Al solo ufficio scolastico provinciale di Milano - tuona Lucia Donat Cattin, delegata Usb Scuola Lombardia - mancano all'appello 5000 posti nelle scuole primarie, al netto del concorso per 1500 posti. Solo lo scorso anno nella nostra regione erano 30mila in tutto le cattedre scoperte, di cui 20mila solo alle primarie tra italiano e matematica. Così per le secondarie di primo livello mancano 1643 docenti di italiano e 1284 tra matematica e scienze. Le graduatorie dei precari non bastano, così quelle cosiddette di merito del 2016 sono agli sgoccioli». In pratica? «Servirebbe un nuovo concorso ma è troppo tardi, per questo abbiamo proposto un concorso per titoli e servizio - continua Donat Cattin che permetta di stilare le graduatorie in tempi rapidi, idea che al momento è stata respinta dal ministero».

«Gli organici e le risorse ci sono. È stato approvato il decreto rilancio con 1,6 miliardi, un altro miliardo lo stiamo trovando» aveva replicato Azzolina sabato. Preoccupazione desta però la norma contenuta nell'ordinanza che fissa le nuove Graduatorie provinciali per le supplenze in base a cui gli studenti di in Scienze della formazione primaria iscritti al terzo, quarto o quinto anno potranno insegnare come supplenti alla scuola materna e alla scuola elementare. «Vuole dire mettere a insegnare ragazzi di 23 anni e inesperti quando ci sono docenti abilitati ed esperti a casa» attaccano i sindacati.

Non è certo migliore la situazione per le materne: le 3000 educatrici di nidi e scuole dell'infanzia sono in stato di agitazione. «Se le nuove misure restrittive parlano di un numero massimo di 22 bambini in classe, rispetto ai 25 attuali, le materne con questi numeri non possono aprire: serve più personale. Solo con le nuove regole si perde il 10 per cento dei posti disponibili. E più spazi» spiega Mariangela Saggese Usb pubblico impiego.

Più rassicuranti le parole dell'assessore all'Edilizia scolastica Paolo Limonta che da mesi lavora per reperire gli spazi necessari per riaprire scuole e asili: «Le primarie e le secondarie di primo grado riapriranno in presenza il 14 settembre. Con il distanziamento statico di un metro manca il 10 per cento delle spazio che ricaveremo da corridoi, in alcuni casi i refettori o all'esterno da oratori, centri di aggregazione, biblioteche.

Aggiungeremo le 50 strutture temporanee in legno per arrivare all'obiettivo senza ricorrere a palestre, che serviranno anche per le attività extrascolastiche».

Per le materne « non si pone il problema - spiega Limonta- degli spazi perché non è necessaria la suddivisione in classi e gli spazi comuni sono più ampi».

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