Uno stadio all'«inglese» si potrebbe definire il Milan Arena l'impianto he il 25 giugno si giocherà il tutto per tutto al ballottaggio con «Milano Alta», il progetto di Vitali spa. È una partita a due quella che si gioca sul campo della Fondazione Fiera per la riqualificazione dell'area del Portello. Se «sostenibilità ambientale, e smart» sono le parole chiave utilizzate dall'architetto Emilio Faroldi per descrivere il sogno del Diavolo, la collocazione centrale, la struttura semi interrata (10 metri sotto terra) e insonorizzata, e la distanza zero tra spalti e campo richiamano l'Emirates stadium, lo stadio dell'Arsenal a Londra. L'impianto sarebbe a «impatto zero» anche per il quartiere dal momento che sarebbe raggiungibile con i mezzi - per chi volesse arrivare in macchina sono previsti due piani di parcheggi interrati - e completamente insonorizzato grazie ai materiali fonoassorbenti.
Progettato da Arup, leader mondiale in ingegneria e progettazione (in curriculum lo stadio del Bayern Monaco e quello di Pechino), è alto non più di 30 metri, ha pianta rettangolare e una capienza di 48mila spettatori su due anelli. La copertura mobile ne garantisce la chiusura totale. In più è in grado di produrre energia pulita con il fotovoltaico. Nessun rischio di code dal momento che gli ingressi non prevedono barriere e tornelli, sostituiti da un sistema di microchip e sensori ad alta tecnologia.
L'investimento si aggira fra i 300 e i 320 milioni di euro e un'offerta di 3,3 milioni di canone minimo garantito alla Fiera. Ma l'indotto che la struttura porterebbe all'intera zona sarebbe ben più alto dal momento che il Milan Arena porterebbe con sè un albergo a due passi dal MiCo, il centro congressi internazionale, un liceo a indirizzo sportivo, ristoranti, parco giochi, percorsi verdi sui tetti, spazi espositivi. In sostanza il Portello- scomparirebbero i padiglioni 1 e 2 - diventerebbe una sorta di mega polo dello sport, estendendosi anche sugli 8400 metri quadri del Comune e i 15mila dall fondazione Prelios, esclusa dai giochi. Non solo il progetto, che vedrebbe la luce nel 2019, permetterebbe anche a Palazzo Marino di risolvere la questione della riapertura del sottopasso di Gattamelata.
Leggerezza, sostenibilità e rapidità, sono i plus della proposta del Gruppo Vitali denominata «Milano alta». Punto di forza un chilometro di pista ciclopedonale verde, che corre lungo viale Scarampo, a 7 metri di altezza sulla strada. Esattamente come l'High Line di New York o il Parc Guell di Barcellona. Sull'area occupata dai padiglioni 1 e 2, che verrebbero mantenuti (il progetto può vedere la luce in 24 mesi) Vitali punta a sviluppare 15mila metri quadrati di spazi pubblici votati alla cultura 2.0: una mediateca interattiva, un tech center e un simulatore multimediale, un cinema 4D e un leisure center dedicato alle performance artistiche.
Spazio anche alla «gola» con scuole internazionali di cucina, vendita di prodotti a km zero, un polo per la promozione delle scienze dell'alimentazione. L'investimento si aggira sui 300 milioni, di cui 100 a breve termine e 200 più a lungo periodo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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