Sfida su moschea e sicurezza Parisi è già a 3 punti da Sala

Linee opposte su accoglienza e minareti Mister Expo sta crollando nei sondaggi

L'apertura di moschee «non si risolve a livello cittadino, sospendiamo ogni decisione in attesa di una legge nazionale». Il candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi torna sulla questione che sta aprendo (con mesi di ritardo) una frattura anche a sinistra. Giorni fa esponenti del Pd hanno contestato all'assessore Pierfranceco Majorino - che guiderà la lista del partito Democratico - troppa leggerezza nella gestione del bando per i luoghi di culto. L'assegnazione è rimasta impantanata per i ricorsi tra le stesse sigle islamiche. Ma l'ex Palasharp (per dire) è stato aggiudicata a una sigla presente nella black list del governo tedesco, anche tra i dem c'è imbarazzo. Parisi ha ribadito di non essete contrario alla realizzazione di moschee, «meglio un luogo trasparente e controllato dei sottoscala abusivi», ma «dobbiamo essere sicuri che i soldi che arrivano per costruirle non arrivino da chi è nella black-list dei sostenitori del terrorismo». La questione «qui come negli altri Comuni non la risolve il sindaco, serve una legge dello Stato». Ospite a Canale Italia si è concentrato sul tema sicurezza. Intanto a chi lo provoca su possibili alleanze con l'estrema destra ha chiarito che «CasaPound non avrà mai spazio nella mia coalizione, nè atteggiamenti razzisti». Linea dura invece con i centri sociali che «spesso in questi anni si sono messi in mezzo fra le forze dell'ordine e abusivi nelle case popolari per evitare gli sgomberi, la giunta Pisapia ha chiuso un occhio su questo». Parisi nei giorni scorsi era stato netto anche sulla questione dei profughi trasferiti al Campo Base di Expo («scelta sbagliata»). Il governo dopo 5 giorni di polemiche del centrodestra è tornato sui suoi passi.Una linea di fermezza che evidentemente trova appeal tra i milanesi. Secondo il sondaggio condotto da Eumetra su un campione rappresentativo di 800 elettori e diffuso da Termometro Politico, oggi solo il 33% dei cittadini voterebbe ancora per il candidato del centrosinistra Beppe Sala, in campo praticamente da dicembre con le primarie e ben più noto dello sfidante visto che è stato commissario Expo. A Parisi mancano già 3 punti per raggiungerlo (è al 30%). Il 19% voterebbe per i 5 Stelle, il 10 Corrado Passera, il 7% il candidato più a sinistra (ieri sera la riunione di Rifondazione per «incoronare» Basilio Rizzo, mentre la lista Milano in Comune cerca ancora un nome).Sala preferirebbe che il tema profughi restasse fuori dalla campagna. Anche il bando lanciato da Majorino ieri per un centro di accoglienza in viale Umbria ha acceso polemiche. «Stop alla campagna sulla pelle degli ultimi - ha chiesto Sala -. I problemi vanno risolti e non creati per attaccare la parte politica avversa.

Nei prossimi mesi avremo un'ondata migratoria forse ancora maggiore di quella del 2015: governo, Regione e sindaco si siedano a un tavolo per individuare una soluzione condivisa». Ribatte Maurizio Lupi, leader di «Milano Popolare per Parisi»: «Invito Sala a non usare con troppa leggerezza parole come egoismo sociale, non faccia dell'accoglienza una bandiera ideologica».ChiCa

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