Sgomberi in Centrale, una tendopoli a Bresso ma no ad altri soldati

Le decisioni del vertice in Prefettura contro l'immigrazione selvaggia Lite tra Palazzo Marino e Regione

Milano come Roma. Sono cominciate nella notte scorsa le operazioni di sgombero per liberare i mezzanini della Centrale dai profughi e dai migranti. I 400 circa immigrati, la maggior parte eritrei, tra cui decine e decine di minori che sono accampati in stazione da giorni sono stati convinti - non senza tensioni - in serata a dirigersi verso i centri di accoglienza messi a disposizione dal Comune e nella tendopoli allestita in tutta fretta dalla Croce Rossa al centro di smistamento di Bresso. Non senza polemiche. Con il Comune, tramite il vicesindaco Lucia De Cesaris, che accusa la Regione di non voler collaborare: «Dobbiamo liberare il mezzanino e rendere la situazione, sia per quanto riguarda la Stazione che queste persone, di qualità, ma oggi l'unica mano che noi abbiamo avuto è quella del governo e del prefetto. Purtroppo latita, anche dal punto di vista operativo la Regione» che non è riuscita a mettere a disposizione le tende. «La Regione non ha a disposizione strutture di accoglienza, le hanno i comuni. Forse il vicesindaco dovrebbe fare appello più al governo anzichè contestare quello che sta facendo la Regione che sta facendo molto» la replica secca l'assessore alla Protezione civile della Regione Simona Bordonali. Lunedì dovrebbe entrare in funzione il nuovo Centro di accoglienza per richiedenti asilo di via Corelli, per circa 150 posti, mentre gli altri rimarranno a disposizione del centro di identificazione.

Il piano messo a punto dal Comitato per l'Ordine e la sicurezza convocato ieri pomeriggio prevede anche l'installazione di grate a protezione dei mezzanini, una volta liberati, anche se il rischio - fanno notare gli addetti ai lavori - è che uomini, donne e ragazzini, terrorizzati e diffidenti, si rifiutino di accettare l'assistenza e preferiscano accamparsi nelle aiuole di piazza duca d'Aosta e piazza IV novembre. Intanto sono saliti a 1200 i posti destinati alla accoglienza messi a disposizione Comune in collaborazione con il terzo settore e la Diocesi, ma il rischio è che con i nuovi arrivi - ieri notte erano attesi altro 500 sbarchi da sud, dalla Sicilia in particolare - non si riesca a far fronte all'emergenza. Umanitaria e sanitaria: dei 60 pazienti visitati nella giornata di ieri presidio di emergenza allestito in un container dalla Croce Rossa in collaborazione con la Asl - su richiesta dell'assessorato alla Sanità della Regione - una trentina sono risultati essere affetti da scabbia, mentre sarebbe uno il caso di malaria. Attenzione: la malaria non è pericolosa per la salute pubblica, perché il contagio avviene solo con la specifica zanzara, diversa è la scabbia, trasmissibile per semplice contatto cutaneo.

Sul fronte della sicurezza, invece all'indomani dell'aggressione al capotreno, il Prefetto Francesco Paolo Tronca ha convocato per lunedì un tavolo tecnico con forze dell'ordine, Atm e Trenord per tracciare «una mappatura delle situazioni più critiche» che verrà «incrociata con i dati in possesso delle forze dell'ordine» per rafforzare la sorveglianza.

«L'impiego dei militari nelle piazze delle stazioni» chiesto dall'assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte, per il vicesindaco De Cesaris sarebbe inutile: «Non servono più uomini né militari, ma collaborazione tra istituzioni».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica