«Siamo troppo tolleranti, ogni viaggio un brivido»

Caos stracolmo. La gente non ne può più della sensazione di vivere in una dimensione di caotica insicurezza. «Finiamola di cianciare di leggi e leggine, e mettiamo in pratica le punizioni» è il ritornello che invocano tutti. In stazione Centrale e Garibaldi chiedere: «Cosa ne pensa del ferroviere colpito?» è dare fuoco a una miccia. «I cittadini italiani non ne possono più di vedere scorrere il loro sangue solo perché fanno il loro dovere. Noi siamo troppo tolleranti. Quando succedono fatti come questi deve scattare subito una punizione esemplare, regola di una democrazia forte che protegge i suoi figli e soprattutto le sue figlie» commenta Francesca Resi, impiegata.

Centra il problema Francesca, perché molti capotreno in Garibaldi ci dicono che dopo una certa ora sui regionali invitano tutte le ragazze e le signore a sedersi nella vettura numero 1 per poter proteggerle di più da aggressioni ormai purtroppo quasi certe. «Mi occupo di sicurezza a Expo - dice Giovanni Lo Vecchio - e quanto è accaduto l'altro giorno è inquietante. A volte penso che al nostro Stato non gliene importi nulla dei suoi cittadini se non è pronto a difenderli in modo adeguato. Sono una persona tranquilla, ma se mi attaccano sono a favore dell'occhio per occhio, dente per dente». Sono in molti a rimanere sbigottiti di fronte al fatto che il sudamericano girasse con un machete. «Abbiamo rifatto a regola d'arte la stazione Centrale. Ma ci rendiamo conto che oggi è un accampamento di profughi? Abbiamo messo in ogni dove telecamere, ma a cosa servono se non sono capaci di far scattare una rete di sorveglianza adeguata? Telecamere, controlli e occhi vigili di esperti della sicurezza dovrebbero essere una rete infallibile di rintracciabilità» dice Giuseppe di Trenord. Aggiunge un altro lavoratore di Trenord: «Siamo di fronte a due modi diversi di concepire il vivere sociale. Una persona che gira con un machete è una persona predisposta a delinquere. Io non giro con un coltello in tasca. Se tra noi ci sono individui che concepiscono la violenza come un diritto, devono sapere che la nostra civiltà invece la concepisce come un delitto e quindi queste persone vanno individuate all'istante e punite».

Ieri la Centrale e Garibaldi sembravano in stato di guerra. C'era ogni tipo di sorveglianza, esercito compreso. Ma la sensazione quando si cammina è sempre quella di sentirsi minacciati da tutto e da tutti. «Non si tratta di extracomunitari o no, di treni regionali o no. Sono capotreno sul Freccia Rossa e il Freccia Bianca e la situazione non è tanto diversa. Sul treno sale di tutto - racconta Giovanni Micalizzi -.

I rom fanno solo la tratta Milano-Brescia per chiedere la carità, poi c'è gente sospetta che non paga il biglietto, ma anche gente normale, dalla quale non ti aspetteresti una reazione violenta, invece se chiedi di rispettare le regola reagisce con violenza. Oggi c'è un'intolleranza diffusa da parte di tutti a rispettare la legge».

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