Fra silenzio violato e matite, una giornata ad alta tensione

Spillette irregolari per i rappresentanti di lista del Pd Presidente di Zona contestata: «Faceva propaganda»

Marta Bravi

Mine spezzate, matite che si cancellano, dichiarazioni di voto non autorizzate, cellulari nelle urne, e tante tantissime schede elettorali richieste e stampate all'ultimo momento. È stata una domenica convulsa per i 1244 presidenti di seggio e i 943.104 milanesi chiamati al voto sul referendum. Le urne sono rimaste aperte dalle 7 alle 23, ma già a mezzogiorno si registrava l'affluenza più alta tra le grandi città, il 22,8%. Verso le 1530 però nel seggio di via Santa Marta e in Cesare da Sesto si era già arrivati a quota 50%.

«Buon voto a tutti!» scriveva sul suo profilo facebook il sindaco, che ha votato alle 1130 in via Goito 4 al liceo Parini. Stesso seggio, ma voto opposto, per l'ex candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi. «Uno, due, tre...», e imbuca la scheda elettorale: «Comunque, ho votato no» dichiara Matteo Salvini uscito dall'urna di via Ruffini.

La giornata è stata movimentata da alcune anomalie e irregolarità. Dal centro alla periferia, infatti, è stato segnalato il caso delle matite cancellabili. «Votando mi sono accorta che non si vedeva nulla, ho dovuto ripassare più volte, temendo che la mia scheda potesse essere considerata bianca o nulla - racconta Orietta Colacicco -. Ho fatto notare il caso al Presidente di sezione, suggerendo di controllare, magari temperando la matita. Ma mi ha risposto che continuavano a temperare dalla mattina, ma il risultato è uguale». Stessa scena ai seggi di via Felice Casati dove la rappresentante di lista della Lega Nord e consigliera di municipio 3, Rita Cosenza ha «denunciato ai carabinieri presenti al seggio il problema delle matite cancellabili». In molte sezioni gli elettori si sono trovati alle prese invece con mine che si spezzavano scrivendo.

Così se il Codacons ha annunciato che chiederà di «aprire indagini per verificare il rispetto delle disposizioni vigenti e la piena regolarità del voto», il Viminale ha diffuso una nota in cui si garantisce la «bontà» dei lapis: «Le matite cosiddette copiative sono indelebili e sono destinate esclusivamente al voto sulla scheda elettorale».

Nella scuola di piazza Bacone è stata la stessa presidente di municipio, e rappresentante di lista del Pd, Caterina Antola, a commettere irregolarità. «Mentre era in corridoio e chiacchierava con delle persone, ha dichiarato ad alta voce il suo voto. I cittadini che erano in fila in attesa della scheda si sono girate. Tutti hanno sentito - racconta Federico -. Le ho fatto notare che stava commettendo un'irregolarità, ma lei ha replicato piccata: Come Maroni ha scritto no sul Pirellone, io dico chi voto. Peccato che Maroni non c'entri nulla, ma sia il consiglio regionale...». Alla media De Andreis, invece, i rappresentanti di lista del Pd si sono presentati ai seggi con la spilla «Basta un sì». «Abbiamo dovuto insistere molto per far capire loro che non era corretto - racconta Manuela, rappresentante di lista della Lega -. È intervenuto anche il segretario metropolitano del Pd Pietro Bussolati e alla fine hanno tolto la spilla».

In via Scrosati in Lorenteggio, il seggio tradizionale di Silvio Berlusconi - si poteva entrare tranquillamente in cabina con il cellulare.

«Ho preso il cellulare dalla borsa mentre aspettavo che mi consegnassero la scheda - racconta Marina - e davanti a tutti con il telefono in una mano e la scheda nell'altra sono entrata in cabina. Nessuno ha detto nulla».

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