Il d-day del Reddito di cittadinanza raccoglie più allarme che consensi da parte delle istituzioni milanesi. Il sindaco Beppe Sala si era espresso contro il sussidio targato M5S nelle scorse settimane e ieri, primo giorno utile per presentare le domande per il sussidio, ribadisce di avere «perplessità dall'inizio e continuerò ad averle, dopodichè vedremo i risultati alla fine. La realtà dovrà dimostrare che non è solo un'azione di sostegno ma qualcosa che serve a trovare lavoro, o non servirà a nulla». Vedremo nei prossimi mesi, sarebbe molto utile capire anche dal lato aziende quanto, settimana per settimana, assumeranno coloro che beneficiano del Reddito». Da Palazzo Marino al Pirellone, l'assessore lombarda all'Istruzione Melania Rizzoli premette di «non essere «prevenuta» ma «vogliamo agire secondo legge, se non dovesse funzionare non vorremmo che le responsabilità venissero poi attribuite alle Regioni. Siamo preoccupati sulle regole di ingaggio dei navigator perchè non sono chiare e non ci sono ancora state comunicate regole precise, le stiamo aspettando. Non sappiamo come assumere 6.500 operatori e desidereremmo avere ragguagli». Rizzoli è stata sentita in audizione due giorni fa alla Camera dei deputati «proprio per puntualizzare le criticità del decreto attuato forse con troppa fretta. E in virtù di questo, potrebbe causare disagi o incongruenze». Più ottimista l'assessore leghista alle Politiche sociali della Regione, Stefano Bolognini, che definisce l'avvio come «il primo giorno di scuola del Reddito, vedremo agli esami a giugno se il governo sarà stato promosso o bocciato. Credo che di fronte ai 5 milioni di italiani in povertà assoluta, certificati nel 2018 dall'Istat, questa possa essere una misura importante per segnare un'inversione di tendenza». É positivo, aggiunge Bolognini, «che i centri per l'impiego tornino ad avere una dignità che la riforma delle province aveva cancellato».
Alla Rizzoli ribatte il consigliere grillino Dino Alberti: «Prendiamo atto che l'assessore vuole agire secondo la legge. Lo faccia a partire dall'assunzione da parte della Lombardia dei dipendenti dei Centri per l'impiego, che sono stati lasciati in balia della Province. Lo impone la normativa nazionale e lo hanno fatto tutte le altre regioni». E «prendiamo atto poi che la più grande preoccupazione della Regione è l'ingaggio dei navigator - aggiunge -. Sono questioni risolvibili per una riforma così ampia e rivoluzionaria che ha restituito dignità e speranza a migliaia di persone e di famiglie. Le testimonianze di decine di persone fuori dai Caf». Ma tra le voci perplesse c'è anche quella del presidente di Confcommercio Milano Carlo Sangalli: «Se l'obiettivo è l'inclusione sociale - precisa - bisogna innanzitutto che sia chiaro chi fa cosa, a partire dal rafforzamento dei centri per l'impiego.
Soprattutto bisogna avere la consapevolezza che sono le imprese a costruire le opportunità di lavoro e che quindi è necessario mettere in campo misure che ne sostengano competitività e crescita. Il Reddito dovrebbe quindi davvero concorrere alla costruzione di una società più attiva e ad una sicurezza sociale fondata su più lavoro».
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