Mentre la giunta Maroni ha ieri approvato il piano di risanamento dell'Aler proposto dall'assessore Paola Bulbarelli, il sindaco Giuliano Pisapia tenta di dare la sua zampata sull'intricato mondo delle case popolari. E ieri dopo aver partecipato a Palazzo Lombardia alla presentazione della partnership fra Technogym e l'Expo del 2015, ha rivelato che al nuovo governo chiederà che «i sindaci diventino commissari straordinari per la casa». Perché, ha spiegato, «è un'emergenza e solo i sindaci conoscono le situazioni e possono dare risposte». Aggiungendo la necessità di evitare i tanti «sfratti di morosi per necessità» che oggi ci sono.
Sul fronte della Regione c'è ora il nuovo piano varato dalla giunta a cui hanno partecipato che il presidente di Aler Milano l'ex prefetto Gian Valerio Lombardi con il direttore generale Lorella Sossi e i cui termini dovevano essere resi noti ieri pomeriggio in una conferenza stampa. Ma il governatore Maroni ha bloccato tutto, dicendo che il documento dovrà prima essere comunicato al consiglio regionale. Limitandosi a dire che si tratta di un progetto «in sette punti» che prevede «la valorizzazione del patrimonio immobiliare, la questione degli affitti e modalità che consentano di evitare che in futuro ci siano risultati economici come quelli emersi». Riferendosi al buco di bilancio e proprio a questo proposito alcune indiscrezioni indicano nel riassetto delle società partecipate e in una durissima lotta alla morosità uno dei punti forti della nuova strategia che punta a stanare i «furbetti». Tenendo però presente, visto che Maroni ci ha tenuto a sottolineare che «la finalità di Aler è prevalentemente sociale», la distinzione tra chi l'affitto proprio non riesce a pagarlo e per cui ci potrebbero essere addirittura delle riduzioni del canone, da chi invece ha per anni approfittato della situazione. E per questi ci saranno adeguamenti al rialzo. Un altro punto importante sarà la gestione delle case di proprietà del Comune. E qui sembra allontanarsi l'ipotesi di creare una nuova società insieme a Palazzo Marino. «Potrà avere varie articolazioni - ha spiegato Maroni -. Potrà essere una società mista o potremo invece procedere alla sottoscrizione di una nuova convenzione. Ho comunque apprezzato la disponibilità del Comune a partecipare alla gestione, veramente complicata, del sistema delle case popolari». Con la scadenza per decidere che rimane fissata al 31 marzo. Di certo, ha aggiunto Maroni, «dobbiamo creare una responsabilità condivisa nella gestione del patrimonio». Come a dire che è finito il tempo in cui Palazzo Marino, tramite una «convenzione», poteva scaricare sulla Regione i costi di una gestione fisiologicamente in perdita. Soprattutto da quando sono cessati anche i contributi dello Stato a un settore che per sua natura non può produrre utili. «L'importante - ha aggiunto il sindaco Pisapia - non è la modalità, ma l'obiettivo che bisogna raggiungere assieme.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.