La sinistra cancella la «gay street» E la Curia dice no alle case chiuse

«No alla ghettizzazione». Il centrosinistra a Palazzo Marino è contro la proposta di istituzionalizzare la Gay street di via Sammartini. Il progetto, cui sta lavorando la consigliera Pd Rosaria Iardino, con comitati dei residenti del quadrilatero a ridosso della stazione Centrale, commercianti, consiglio di zona 2 e assessorati competenti in vista di Expo, non piace alle diverse anime arancioni - Pd, Sel, Lista civica per Pisapia -. Il vendoliano Luca Gibillini è «molto contrario ad istituzionalizzare una “gay street” a Milano. Non solo perché suona oggi un po' da ghetto, non solo perché la gay street avevano senso 20-30 anni fa, ma soprattutto perché faticosamente Milano è diventata e sta sempre di più diventando una città accogliente per tutti e ovunque possono e devono nascere spazi, locali e luoghi anche dedicati a gay e lesbiche».

Per Mirko Mazzali (Sel): «Pensare che durante Expo sia necessario creare una via o un quartiere per gay non mi convince. Milano è città che rifiuta ogni forma di discriminazione sessuale, tutti i quartieri, tutte le vie sono per omosessuali, per eterosessuali, per chiunque».

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