
Insomma, è bastato che il governo provasse a regolamentare - non a vietare - l'educazione sessuale nelle scuole, calibrandola per età e coinvolgendo le famiglie, che l'ala progressista del Paese, orfana del pacifismo per mancanza di guerre, si gettasse sugli scarti della propaganda gender.
E così, capeggiata dall'eurodeputato Pd Alessandro Zan uno che non sa definire chi è donna e chi non lo è, ma vuole insegnare alle mamme come educare i figli, lui che difende popoli in cui si sposano a forza le dodicenni subito si è stracciato il corsetto con gli strass urlando scandalizzato al ritorno
del Medioevo! Vade retro.
Orsetti, unicorni, dildo, carri e campi larghi.
Detto che, se dovessimo scegliere a chi affidare l'educazione sessuale dei figli, tra nostra moglie e un'attivista Lgbtq butteremmo giù Cathy La Torre, ci chiediamo: 1) cosa c'entra l'educazione sessuale con la prevenzione della violenza di genere, cosa sulla quale insiste il fronte progressista? 2) perché la comunità Lgbtq è ossessionata dai bambini e il sesso? 3) perché è sbagliato pensare che la scuola debba occuparsi di istruzione e le famiglie dell'educazione? 4) perché dobbiamo fidarci di Zan,
uno che vuole introdurre il reato di opinione per chi non condivide la sua?
Si inizia con una simpatica drag queen in aula, si
finisce con il transessualizzare chirurgicamente i bimbi.E poi. La sinistra-sinistra con le sue idee, e le sue ideologie, l'abbiamo già tutti i giorni in piazza, in tv, al cinema. Non vorremmo ritrovarcela anche nelle mutande.