Dalla gestione delle case popolari al bando sulle moschee, che la giunta dovrebbe aprire entro fine mese. Giornata lunga a Palazzo Marino: si apre alle 9.30 con un vertice di maggioranza tra sindaco, capigruppo e segretari di partito e prosegue con una seduta di giunta fiume. Dopo la pausa estiva è ora di tirare le fila sui temi caldi. La prima questione è il divorzio da Aler. Il sindaco Pisapia sottoporrà il piano ai segretari e capigruppo di Pd e Sel. Dopo un tira e molla sulla costituzione di una newco Comune-Regione, Aler a maggio ha dato disdetta dalla convenzione, facendo scattare per il sindaco i sei mesi di tempo per decidere se archiviare il rapporto e riprendere in carico i 28mila alloggi o ritentare tra le istituzioni la via della società condivisa. Palazzo Marino è orientato a prendere in mano il patrimonio, appoggiandosi a Mm, società già partecipata al cento per cento dal Comune. Giorni fa sono stati convocati i sindacati degli inquilini per un confronto, ieri pomeriggio si sono riuniti il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, gli assessori Daniela Benelli e Marco Granelli e i vertici di Mm per fare il punto in vista dell'incontro di maggioranza. «Aler ha dato disdetta dalla convenzione e da fine novembre dovremo trovare una soluzione che possa permettere di gestire meglio di come è avvenuto fino ad adesso il patrimonio di case popolari di Milano e dare più risposte ai bisogni dei cittadini e di chi vive in una situazione difficile» ha affermato ieri il sindaco. dalla Regione non si fa attendere la risposta dell'assessore alla Casa Paola Bulbarelli: «Apprendo solo dai giornali che il Comune ha intenzione di non proseguire nella convenzione con Aler. Un atteggiamento quanto meno discutibile e una scortesia istituzionale, della quale prendo atto con stupore. Dica chiaramente cosa vuole fare. Aler attraversa una fase delicatissima di definizione del piano di risanamento e questa incertezza influisce negativamente sugli equilibri finanziari e organizzativi del piano aziendale». Inoltre, aggiunge Bulbarelli, «è ora che Milano metta fine a una situazione assurda: l'Aler, che fornisce un servizio sociale, non dovrebbe partecipare al pagamento delle spese pubbliche, invece è costretta a pagare al Comune Imu e Tasi. Ha versato 32 milioni di Imu solo nel triennio 2011-2014.
Troppo facile lamentarsi delle problematiche causate dall'Aler e poi, invece, incassare fior di milioni sottratti alle casse dell'azienda, e quindi alle famiglie».Dopo il vertice di maggioranza, si apre una giunta fiume, sindaco e assessori sono convocati senza orario: tra i temi sul tavolo, le 4 aree pubbliche da destinare a luoghi di culto.
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