La sinistra non vuole opposizione e prova a farla tacere «per legge»

La sinistra non vuole opposizione e prova a farla tacere «per legge»

E chi l’ha detto che la passione politica è roba d’altri tempi? La notte scorsa, nel Consiglio di zona 3, il più vivace dalle elezioni comunali di maggio, la gran parte dei consiglieri è rimasta in aula per 11 ore consecutive a battagliare su un unico punto all’ordine del giorno. Al centro della contesa, animata da una battagliera opposizione formata da Pdl, Lega e Terzo polo c’era una discussa (eccome) modifica al regolamento che introduce, in pratica, la possibilità di espellere più facilmente dall’aula i consiglieri, con interdizione fino a tre sedute consecutive.
C’è da dire che una norma disciplinare esiste, ovviamente, in tutte le assemblee elettive ma qui, nel Consiglio più turbolento di Milano e presieduto da un esponente di Rifondazione Comunista (Renato Sacristani), ora i consiglieri «fastidiosi», o che disturbano, potranno essere espulsi, dopo due richiami verbali, con una semplice deliberazione a maggioranza assoluta (la metà più uno dei componenti il Consiglio). In Consiglio comunale e nelle altre zone milanesi, invece, serve il voto favorevole di due terzi dei consiglieri.
Per il Pdl si tratta più o meno di una norma «liberticida», che vuole limitare i diritti e le funzioni di controllo dell’opposizione. Insomma, di una specie di «museruola». «Abbiamo fatto ostruzionismo - spiega il consigliere Federico Santoro - perché il presidente, oltre a mancare in maniera assoluta di trasparenza nei confronti dell’opposizione, ora vuole metterci pure il bavaglio con queste modifiche del regolamento interno». «Mi chiedo - continua Santoro - come un partito che si definisce Democratico possa essere d’accordo con queste decisioni e come mai i suoi consiglieri non abbiano ancora preso le distanze da questo atteggiamento arrogante del presidente».
In effetti pare che il Pd fosse piuttosto scettico. Per bloccare tutto, il centrodestra e il Terzo polo hanno ingaggiato una battaglia degna di uno degli scontri epici del parlamento. «Il regolamento consente di intervenire per 3 minuti per illustrare ogni emendamento - raccontano - Ne abbiamo presentati 50, e su ognuno chiesto anche di illustrare gli interventi in dissenso». Insomma, la seduta è iniziata alle 18 e 30, è finita all’alba. «Tutti noi avevamo impegni ieri mattina, di lavoro o familiari o di altro tipo, e non siamo pagati certo a ore, ma per noi era ed è una battaglia importante - spiega Gianluca Boari (Pdl) - la maggioranza può star certa che non riusciranno a farci stare zitti, e questa battaglia la faremo anche nelle commissioni».
La seduta è stata lunghissima e altrettanto faticosa. L’opposizione è arrivata con cartelli che chiedevano le dimissioni di Sacrestani. Per toglierli il presidente ha fatto intervenire la forza pubblica: i vigili urbani li hanno staccati dai microfoni e portati via. All’una di notte sono arrivati i rifornimenti: kebab per tutti. Alla fine c’erano 22 consiglieri della maggioranza e sette dell’opposizione e la modifica è passata.
Per Sacristani non c’è nessun bavaglio. «Dobbiamo premettere che il nuovo regolamento è il frutto di un lavoro comune di 7 mesi ed è stato approvato all’unanimità fin nei dettagli. Quello che si dovrebbe dire è che, dopo la modifica, ci sono state tre sedute di ostruzionismo, e sedute intasate di mozioni urgenti». «È per questo - spiega il presidente - che abbiamo ravvisato la necessità delle modifiche.

Peraltro la maggioranza assoluta per l’espulsione garantisce più di alcune proposte arrivate dall’opposizione, per esempio quella sui due terzi dei presenti. E garantisce più del sistema che è stato in vigore per 15 anni col vecchio regolamento, quando bastava la decisione del presidente, senza il voto della maggioranza».

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