Ci risiamo. Anche ieri i valori delle polveri sottili sono volati sopra la soglia limite di 50 microgrammi al metro cubo. Le centraline dell'Arpa hanno registrato 97 microgrammi al metro cubo (quasi il doppio del tetto massimo) a Città Studi, 82 in via Senato e 82 al Verziere. Già venerdì era stato superato il settimo giorno consecutivo con il Pm10 fuorilegge e pertanto da oggi ritornano in vigore le misure antismog decise con il Protocollo Aria volontario della Regione, a cui il Comune di Milano aderisce. Si estende quindi quindi anche nel weekend e nei giorni festivi, dalle ore 7.30 alle 19.30, lo stop ai veicoli a benzina Euro 0 e ai diesel Euro 0, 1 e 2 che già si fermano da lunedì al venerdì negli stessi orari in base al divieto invernale della Regione. Non potranno circolare in città dalle ore 9 alle 17 le auto private Euro 3 diesel senza filtro antiparticolato mentre i veicoli commerciali Euro 3 diesel senza filtro saranno bloccati dalle 7.30 alle 9.30.
Il protocollo prevede restrizioni anche per i riscaldamenti in casa e nei negozi. Viene abbassato da 21 a 19 gradi (con tolleranza di 2 gradi) il limite della temperatura media. Non potranno essere utilizzati impianti domestici alimentati a biomassa legnosa al di sotto della classe 3 stelle (in base alla classificazione ambientale individuata dalla Regione Lombardia) ed è vietata ogni tipologia di combustione all'aperto, compresi i falò. Tutti i provvedimenti saranno sospesi soltanto dopo due giorni consecutivi con il Pm10 sotto i limiti di 50 microgrammi al metrocubo, con l'acquisizione del rilevamento ufficiale il terzo giorno e conseguente efficacia il quarto.
Mercoledì scorso Milano ha già bruciato la «franchigia» annuale dei 35 giorni concessi dalla legge europea per il superamento del limite di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10. Sono già saliti a trentotto. Il capoluogo dunque è «fuorilegge». Giorni fa due associazioni lombarde, Cittadini per l'Aria Onlus e Aipi (Associazione Ipertensione Polmonare Italiana) Onlus, hanno fatto ricorso al Tar della Lombardia contro contro il presidente della Regione Roberto Maroni e l'assessore all'Ambiente Claudia Terzi per il «ripetuto superamento dei limiti di inquinamento atmosferico». Il governatore leghista ha ribattuto che «ai ricorsi strampalati rispondiamo con le azioni concrete messe in campo dalla Regione: fatti, non chiacchiere». Legambiente è tornata invece a chiedere «la convocazione urgente di un Tavolo Aria che coinvolga tutti i Comuni dell'area critica, per definire misure strutturali nuove e più stringenti, che non si fermino al mero intervento d'emergenza». E il Codacons ha già diffidato il sindaco Beppe Sala e chiede «mezzi pubblici gratuiti, come a Parigi, nei periodi di massima allerta».
Proprio Sala ieri ha ammesso che la vera cosa su cui non riusciamo a intervenire è il cambiamento delle caldaie e di questo un governo solido e di lungo termine dovrebbe occuparsi. Oggi gli incentivi sono deboli. Se a Milano il 40% dell'inquinamento è dovuto alle caldaie, obiettivamente si sta facendo poco».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.