«Siamo per il teatro ciò che Zalone è per il cinema: campioni di incassi. Ci divertiamo divertendo, ecco perché riempiamo i teatri. Succede anche con questo nuovo spettacolo». Parla senza falsa modestia, Antonio Provasio, vestito secondo l'iconografia classica delle donne di ringhiera, poco prima di andare in scena. L'attore è la Teresa dei Legnanesi, lo spettacolo che interpreta («La famiglia Colombo», al Nazionale, fino al 28 febbraio) è il sedicesimo della moderna Compagnia; si somma ai tanti di quando c'era il fondatore Felice Musazzi, scomparso nel 1989. «Dal cortile lombardo che ci ha reso famosi, siamo sintonizzati con l'attualità. Per esempio, il balletto cubano, su musiche di Dalceri, è un omaggio alla fine dell'embargo americano verso l'isola di Castro», dice Provasio. «Ma non trattiamo mai direttamente la politica, soprattutto italiana: la gente ci ringrazia per questa scelta, viene a vedere i Legnanesi per dimenticare i telegiornali. Vuole ridere, magari con la seduta spiritica che facciamo perché la Mabilia ha trovato un fidanzato che sembra uno della famiglia Addams». Spiriti, facezie, balli, risate: tutto in dialetto legnanese (parente stretto del milanese) e senza volgarità. La ricetta vincente dei Legnanesi, che funziona a ogni nuovo spettacolo. Quel cortile di Lombardia, raccontato con comicità, piace proprio a tutti: incuriosì Fellini e Visconti, oltre che il re del teatro colto, Strehler. Da qualche anno, i Legnanesi vanno alla conquista d'Italia: a Firenze, Roma, Torino, Bolzano. Si fanno capire, il dialetto non è un ostacolo. «Ogni sera c'è qualcosa di nuovo», commenta Provasio, aggiustandosi lo scialle da sciura del popolo. «Abbiamo il copione, ma a seconda degli stimoli dalla platea improvvisiamo battute». Gli spettacoli dei Legnanesi hanno l'energia della rivista, glorioso genere purtroppo tramontato, anche per i costi che richiede. Ma quando la cassa lavora, sarebbe un delitto risparmiare su musiche, coropo di ballo (10 boys), costumi: siamo di fronte a spettacoli elaborati e ricchi, a dispetto delle avventure dei «pover crist superstar» sulle quali sono cuciti. Molti, tra il pubblico, da anni seguono la compagnia, figlia del gruppo amatoriale che esordì a Legnano nel 1949. Compagnia «en travesti», perché allora la chiesa vietava alle donne di recitare nelle sale parrocchiali: limitazione diventata punto di forza. Il capocomico e autore Provasio, nato nel 1962 a Legnano, cominciò con Musazzi a 19 anni, e ha l'aria di divertirsi ogni giorno di più. Il sodalizio con Enrico Dalceri (la zitella Mabilia) e Luigi Campisi (il Giovanni, marito della Teresa) è più che collaudato: si scambiano battute come fossero palle da tennis. «La nostra ispirazione viene dai milanesi: anche le persone più umili, che faticano, sanno vedere la vita con ironia e disincanto».
Chiediamo a Provasio, non all'alter ego Teresa, cosa si aspetta dal prossimo sindaco di Milano. «Che sia onesto e si occupi seriamente della viabilità, quindi dell'inquinamento. Il colore politico non ha importanza: il sindaco deve essere uno che, come i Legnanesi, ama Milano prima di tutto».AB- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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