Per qualche minuto è tornata a Niguarda l'incubo Kabobo, il ghanese che due mesi fa, nello stesso quartiere, uccise tre passanti con un piccone. L'altra notte infatti, un'automobilista passando davanti al pronto soccorso di Ca' Grande in via Donatelli ha notato una persona armata di forcone e questa volta, per fortuna, ha subito chiamato il 113. Una volante ha individuato poco distante l'uomo, un cinese di 47 anni, che ha subito deposto l'attrezzo e si è fatto portare in questura dove gli agenti è stato anche trovato un taglierino. L'asiatico, in evidente stato confusionale, è poi finito a Niguarda per un controllo psichiatrico.
L'allarme per un possibile pazzo omicida è scattato attorno alle 4 quando appunto è arrivata una telefonata alla centrale operativa della questura. «Correte presto, c'è un uomo che cammina per strada con in mano un lungo forcone». Alcune volanti si sono precipitate in zona e un primo equipaggio ha trovato l'uomo ancora sul punto dove era stato segnalato. Gli agenti sono scesi e, rimanendo a distanza di sicurezza, gli hanno intimato di deporre il forcone. Dopo un attimo di esitazione, il cinese ha deposto il forcone e ha fatto prudentemente un paio di passi indietro.
L'asiatico è stato caricato sulla volante e portato in questura per i controlli, durante i quali è saltato fuori un lungo taglierino nascosto in tasca. L'uomo era privo di documenti ha detto di avere 48 anni, di essere cinese e fornito nome e cognome, generalità risultate vere dalla successive verifiche. Si tratta di un clandestino, senza fissa dimora, già fermato dalla polizia ferroviaria qualche tempo fa e per questo destinatario di un ordine di allontanamento che scade il 26 giugno. Dunque formalmente non ha ancora commesso alcuna infrazione alla legge Bossi Maroni. I poliziotti delle volanti hanno poi cercato di interrogarlo, chiedendogli contro del forcone e del taglierno, ma il cinese non ha fornito spiegazioni di alcun tipo. Anzi è apparso decisamente confuso e in stato confusionale e perciò è tornato a Niguarda, ma questa volta per essere ricoverato nella divisione psichiatrica dell'ospedale.
Immediatamente la memoria è andata a quell'alba tragica dell'11 maggio quando Mada «Adam» Kabobo, ghanese di 31 anni, percorse per tre ore il quartiere armato di un tubo di ferro e piccone. L'africano aggredì con la spranga tre passanti, uno riuscì a fuggire, due vennero feriti in maniera non grave al braccio e alla testa. Poi recuperò il piccone da un cantiere e colpì a morte altre tre persone. Kabobo, giunto clandestino in Italia, aveva già alcuni precedenti, furti, rapine e una rivolta in un centro di accoglienza in Puglia, ma non era stato ancora espulso perché aveva fatto domanda di asilo politico.
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