Spese e tasse ma nessun taglio: in Comune i conti non tornano

Il centrodestra attacca la maggioranza guidata dal sindaco Pisapia: "Ma quale spending review, qui si pesca solo dalle tasche dei milanesi"

Spese e tasse ma nessun taglio: in Comune i conti non tornano

Più spese, più tasse e nemmeno una traccia della spending review tanto invocata. Queste, in sintesi, le principali pecche del bilancio di previsione, che non solo arriverà in corner alla fine dell'anno ma che sembra fare acqua da tutte le parti. I consiglieri del Pdl lo hanno analizzato, si sono rifrullati tra le mani fogli fitti di numeri e tabelle, per arrivare a una conclusione: un bilancio così lo poteva scrivere pure un bambino di quarta elementare. «Dove sono i tagli? - si chiedono i pidiellini della commissione Bilancio - Per far quadrare i conti non si è fatto altro che andare a pescare nelle tasche dei cittadini».
Ma anche stavolta le cifre cambiano in base a chi le legge. «Di fatto - spiega il vice del Consiglio Riccardo De Corato - la spesa corrente degli assessorati cresce di 70 milioni di euro rispetto alle previsioni 2012, passando da 2,478 miliardi a 2,548. Non gettiamo fumo negli occhi ai milanesi».
Ma guai a parlare di aumenti. «Matematicamente ci sono - corregge l'assessore al Bilancio Francesca Balzani -. In realtà politicamente la spesa dal 2012 al 2013 si è ridotta di 70 milioni». L'assessore va anche a pescare i dati del 2006, al netto dei numeri che riguardano il trasporto pubblico locale, e parla di un «trend assolutamente costante». Quasi a giustificare la buona condotta Pisapia che avrà pur aumentato il biglietto del tram e introdotto Area C, ma che, tutto sommato, non ha fatto né più né meno delle amministrazioni degli ultimi otto anni. «Bisogna anche calcolare - aggiunge la Balzani - che sul 2013 gravano alcuni pesanti incrementi di spesa rispetto al consuntivo 2012. Penso all'aumento del contratto sul trasporto locale (93 milioni), al conguaglio della gestione calore (23 milioni), all'aumento del contratto Amsa (9 milioni) e ad altre voci che comportano un incremento totale di 169 milioni di euro».
Sarà, ma il centrodestra resta poco convinto. «Vedo parecchia attenzione nel giustificare i conti di Pisapia ma pochi ragionamenti sugli investimenti e lo sviluppo della città - critica Luca Lepore (Lega Nord) - Si parla di un trend omogeneo ma si trascura il fatto che non sia stata messa in atto la spending review». Il pidiellino Marco Bove lancia una provocazione: poiché a «sballare» il bilancio sono tutte le voci relative ai trasporti, «perché non seguiamo l'esempio di Matteo Renzi e non diamo Atm in mano ai privati, come hanno fatto a Firenze?». Manfredi Palmeri chiede di concentrarsi sulle spese degli ultimi dieci mesi senza andare a risfoderare i bilanci del 2006 pur di dimostrare che l'andamento è in linea o meglio del passato. Insomma, più che stare a rigirare le cifre sulla carta, il Pdl aspetta delle decisioni che cambino davvero le sorti di Milano ma che non ammazzino i cittadini di aumenti. E poi ci sono le incognite: Irpef, Imu e patto di stabilità. Per scioglierle si aspetta di sapere quali saranno le sorti del governo. Dalle decisioni romane dipende anche la voce di 55 milioni di euro messa a bilancio ma, di fatto, «presa a prestito» dai dividendi Atm.

«Quella - ammette la Balzani - è stata una decisione che mi ha fatto male al cuore, ma era l'unico modo per far quadrare il bilancio. Non appena lo Stato correggerà i tagli sul fondo sulla stabilità comunale, allora sistemeremo anche quella voce».

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