Uno spettacolo multietnico sul tema dell'immigrazione

Uno spettacolo multietnico sul tema dell'immigrazione

Filosofo della politica, docente universitario e presidente emerito della Fondazione Feltrinelli, Salvatore Veca ha calcato per la prima volta il palcoscenico nel 2009. Infatti nel novembre di quell'anno il pubblico del Teatro No'hma lo ha visto protagonista del reading di «Sarabanda», un suo scritto dedicato all'umanità in fuga da guerre e barbarie, ma costellato di dotte citazioni poetiche che spaziano da Saffo ad Auden, passando per la Dickinson e Neruda. Riveduta ed estesa, la drammaturgia si è poi trasformata in un «oratorio in tre tempi per voce sola», pubblicato nel 2011 da Fetrinelli e messo in scena in questi giorni al Franco Parenti con la regia di Laura Pasetti.
Al centro della vicenda Veca ha posto una figura dal profilo enigmatico: un vecchio saggio, che a volte sembrerebbe essere Dio, altre volte diventa egli stesso un naufrago, o perlomeno un uomo che dà voce a storie di espatriati. Il suo racconto mescola la cronaca di un ordinario e tragico sbarco di immigrati con gli archetipi letterari del viaggio, dell'abbandono delle proprie radici etniche e culturali, e della nostalgia di esse.
Lo spettacolo diretto dalla Pasetti - in cartellone fino a domenica - coinvolge 12 artisti provenienti da Asia, Africa e America Latina, che fondono canto, danza e narrazione accompagnati da tamburi persiani e senegalesi, flauti, contrabbassi e liuti. Frammenti di storie recitate in coro, con qualche voce solista che ogni tanto rompe il silenzio, si alternano a quelle che la regista definisce «immagini veloci di volti, paesaggi di rughe, labbra e occhi, soprattutto occhi, intervallate dall'immagine dell'acqua, evocata dal suono, forse proiettata sul fondo della scena, forse solo raccontata. Acqua come memoria, come respiro, come emozione. Alcune frasi si ripetono, alcune immagini create dagli attori si reiterano come ricordi che diventano più nitidi o più sfocati. La ripetizione delle frasi è come un giro di valzer che ritorna, ma anche come un tormento che ritorna».


«Sarabanda» è anche un caso significativo di collaborazione fra teatri e di interazione con le istituzioni: subito prima che al Parenti, infatti, lo spettacolo è stato in cartellone al Cooperativa, uno spazio scenico collocato in una zona fortemente multietnica qual è Niguarda. La produzione inoltre è stata cofinanziata dall'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano.

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