Stadio o passeggiata verde. È sfida a due per il Portello

Il comitato della Fondazione Fiera esclude a sorpresa il piano Prelios. Al nuovo impianto del Milan resta a contrapporsi la proposta Vitali

Rendering del nuovo stadio del Milan
Rendering del nuovo stadio del Milan

Il Milan non ha ancora messo la palla in rete ma si avvicina a farlo, anche se con tempi più lunghi. Da tre la partita per aggiudicarsi le aree del Portello messe a bando da Fondazione Fiera, su cui il club rossonero vuole impiantare il nuovo stadio di proprietà, è scesa a due. Esclusa a sorpresa Prelios che aveva presentato il progetto del «Magnete», un parco tecnologico-musicale, con un polo sanitario di eccellenza, un giardino di 10mila metri quadri sul tetto con arena concerti, planetario, pista di pattinaggio, un hotel da 250 stanze (un 4 stelle superior). Ma il comitato esecutivo che si è riunito ieri per la scelta ha rinviato comunque la sentenza di qualche settimana, per fare ulteriori approfondimenti sui piani presentati dal Milan in collaborazione con Arup srli e dalla società Vitali, che con Stam Europe spa vuole realizzare «Milano Alta», un chilometro di percorso ciclopedonale a 7 metri d'altezza ispirato all'High Line newyorkese, con spazi per arte, spettacolo e cinema 4D aperti 24 ore su 24, una food court con scuole di cucina internazionale e negozi con prodotti a km zero, una cittadella del benessere e dello sport dove fare anche riabilitazione e visite specialistiche, un hotel da 350 camere. Potrebbe slittare quindi (a meno di sorprese) il via libera in tempo per il Consiglio generale di Fondazione Fiera - a cui spetta l'ultima parola - già convocato il 25 giugno. Il cda punta a decidere entro fine mese o al massimo prima dell'estate. Il voto del Consiglio potrebbe bisognerà slittare a dopo.

Quello di ieri partiva come un conclave. Il cda iniziato intorno alle 17 era convocato a oltranza, con tanto di catering per la cena prenotato già alla vigilia, per decidere La concessione in diritto di superficie per 50 anni delle aree dal padiglioni 1 e 2 messe a bando a gennaio. Ma dopo neanche due ore e mezza, gli otto membri del cda - presieduto da Benito Benedini - hanno votato all'unanimità di trasformare la sfida a tre in un ballottaggio, e prendersi ancora del tempo. Il comunicato congiunto conferma gli «ulteriori approfondimenti» affidati nelle prossime settimane al presidente Benedini che «riferirà le conclusioni raggiunte in un prossimo cda». Che ha ritenuto invece «non rispondente alle richieste» la proposta «non sufficientemente impegnativa» di Prelios. Troppi incognite aperte. Partiva svantaggiata e invece sembra che la «Milano Alta» abbia guadagnato appeal e si sia allineata all'offerta economica del Milan, una ricaduta che per le casse della Fondazione supererebbe in entrambi i casi i tre milioni di euro all'anno per i prossimi 50 anni. I punti a vantaggio di Vitali: i cantieri sono più veloci (18 mesi per i lavori) e distrugge poco ma riqualifica. L'offerta dell'ad Barbara Berlusconi è più allettante a lungo termine ed è resa più solida dall'intesa con mister Bee Taechaubol che porterà un'iniezione di soldi freschi al club per acquistare la minoranza. Prevede invece l'abbattimento completo dei padiglioni e ricostruzione ex novo e per il primo calcio d'inizio bisognerebbe attendere almeno il 2018/2019. Lo stadio da 48mila posti sarebbe alto 30 metri e interrato per dieci, con pannelli fonoassorbenti, un giardino nella parte superiore. Quasi accanto a Casa Milan, l'impianto vivrebbe tutti i giorni, con attività aperte ai bambini e al quartiere. Sono previsti un liceo sportivo, ristoranti, parchi giochi, hotel. Previsti investimenti per 300 milioni.

E a questo punto non dovrebbero più esserci ostacoli all'acquisto dei 15mila mq di spazi necessari che sono di proprietà del fondo Pegasus (collegata a Prelios) Il problema degli 8mila mq del Comune potrebbe invece essere aggirato.

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