Statale, il dopo Decleva una sfida tra Vago e la preside di Agraria

La corsa per la poltrona più alta dell'università Statale ha i nomi sulla griglia di partenza. Identità e programmi dei sei candidati sono stati ufficializzati a inizio settimana e da qui a metà ottobre, giorno delle prime votazioni, la strada è lunga. La competizione per il mandato fino al 2018 è tutta tra esponenti dell'area scientifica dell'ateneo come da regola non scritta, ma rispettata: terminato dopo 11 anni, grazie a alcune proroghe, il mandato dello storico Enrico Decleva, ora la poltrona spetta all'altra metà della Statale. Il nome di Elio Franzini, anche lui «umanista», è infatti durato poco. Medicina, forte di 590 votanti su 2100 totali, è la facoltà che ha più possibilità di accaparrarsi il bastone del comando. Sempre che la lotta intestina non favorisca gli altri concorrenti. Al suo interno sono iniziate le prime schermaglie già in primavera: le annunciate primarie per scegliere un candidato unico sono state affossate da quello che oggi si presenta come il più probabile prossimo rettore, Gianluca Vago. Presidente dell'«International medical school», a 52 anni è il candidato con il maggior numero di preferenze, 403, e aveva subito comunicato che non avrebbe partecipato alle primarie. Tolte quelle, tra la soddisfazione dei rappresentanti dei ricercatori che non volevano prove di forza interne, è tornato in campo. La sfida si ripropone però fuori dai muri della facoltà: dalla stessa area di Vago arrivano anche Maria Domenica Cappellini, forte di 242 adesioni, e Giovanni Lucignani, con 203. Insieme i due possono insidiarlo anche se, almeno contando le preferenze, ha come unico concorrente al suo livello Marisa Porrini, preside uscente di Agraria, che con i suoi 344 sostenitori stacca nettamente gli altri candidati. I meno accreditati sono Paola Campadelli, del dipartimento di Informatica, con 185 voti e Francesco Ragusa, di Fisica, con 170. Ma, come detto, da qui alle prime votazioni non manca il tempo e se si arriverà a un ballottaggio, previsto nel caso per gli ultimi giorni di ottobre, il risultato è molto incerto. Senza contare che si tratta della prima gara per il potere dentro l'ateneo forte di 65mila studenti: a novembre infatti partono le preselezioni delle candidature per il rinnovo del consiglio d'amministrazione. Dovranno essere nominati quattro esponenti della società civile e quattro interni dell'università che insieme a rettore e due rappresentanti degli studenti formeranno il nuovo cda. Si prepara dunque un'altra corsa alle poltrone che contano per arrivare entro fine anno a disegnare la nuova mappa del potere dell'Università Statale. Una competizione che può servire a riequilibrare o confermare i risultati delle consultazioni di ottobre. Intanto quella per il rettorato segna il pareggio tra i sessi: tre su sei candidati sono infatti donne e almeno due sono nella parte alta della classifica delle preferenze.

La sfida alle pari opportunità è vinta, ma resta aperta quella per l'avvenire dell'ateneo a chi si aggiudicherà l'ambita poltrona: tra i tagli imposti dal governo e la nuova struttura dovuta alla riforma Gelmini, il nuovo dominus della Statale non avrà la vita facile.

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