«Stop ai diesel Euro 4 per tutto l'inverno» No di Confcommercio

Proposta della lista Sala, ma il Pd si divide Gelmini: «Attenzione al sistema produttivo»

Chiara Campo

«Fermiamo la circolazione dei diesel Euro 4 per tutto l'autunno e l'inverno». L'appello antismog lanciato due giorni fa al sindaco e al governatore Roberto Maroni da «Noi Milano» - la lista civica di Beppe Sala - incassa polemiche. La capogruppo Elisabetta Strada conferma che lunedì 6 novembre sottoporrà all'aula con gli altri consiglieri civici un ordine del giorno «con progetti a lungo termine, provvedimenti che si potranno attuare entro il 2022, quando sarà attiva la linea 4 della metropolitana, ma anche a breve termine, come lo stop totale agli Euro 4 diesel già quest'inverno perchè per rendere la città più vivibile bisogna dare un segnale forte, osare». Non ci sta il vicepresidente di Confcommercio e presidente di Assomobilità, Simonpaolo Buongiardino: «A questa gara al rialzo, nelle dichiarazioni, al divieto sugli Euro 4 diesel preferiamo tutte quelle azioni che, con intelligenza, tengano conto della tutela dell'ambiente in una situazione climatica non favorevole con le esigenze di mobilità per consegne, servizi e rifornimenti che, a Milano, non si possono certo ignorare». Buongiardino ricorda peraltro che gli Euro 4 senza filtro «hanno già l divieto di accesso in Area C. E ora c'è l'opportunità, con il nuovo bando emesso dal Comune, di acquistare e installare Fap per riconvertire gli autoveicoli. É questa la strada giusta da seguire: incentivi per favorire gli investimenti delle imprese nella riconversione del parco auto dando al contempo anche una risposta pratica e immediata all'obiettivo, condiviso da tutti, di una migliore qualità dell'aria. Certo servono più risorse e in questo senso continueremo a fare pressing sulle istituzioni».

Dalla parte dei commercianti la coordinatrice regionale di Forza Italia Mariastella Gelmini, che sottolinea uno «scarso senso di responsabilità da parte di chi chiede di bloccare subito gli Euro 4. L'inquinamento a Milano e in tutta la pianura padana va combattuto ma prestando attenzione al sistema produttivo. Le scelte ideologiche non bastano e il Comune è inadempiente nella realizzazione di una seria politica logistica per la distribuzione delle merci, con gli incentivi del caso ma soprattutto nel controllo delle caldaie a gasolio. Con la demagogia e le tasse mascherate tipo Area C non si aiuta l'ambiente». E il capogruppo di Fi Gianluca Comazzi chiede di «destinare il 30% degli incassi di Area C come incentivi per sostituire le caldaie a gasolio, prima fonte di smog a Milano».

Il Pd si divide. «La cosa più sana - sostiene il capogruppo Filippo Barberis - è procedere con il piano strategico presentato dalla giunta. Non possiamo cambiare posizioni a seconda delle emergenze immediate, un divieto richiede anche un sistema di controlli che devono essere effettivi. Brusche accelerazioni rischiano non produrre risultati se non procediamo prima su tre azioni: investire su mezzi più sostenibili per Atm e Amsa, accelerare sul ricambio delle caldaie e azione politica condivisa con le altre regioni della pianura padana».

Il dem carlo Monguzzi invece ironizza: «É da quando vado all'asilo che i commercianti bocciano ogni misura antismog». Il 5 Stelle Gianluca Corrado contesta invece Confcommercio: «Dispiacciono le affermazioni contro il divieto degli Euro 4, il fap è sostanzialmente inutile. Bisogna avere il coraggio di prendere decisioni drastiche».

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