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«Su via Borgogna progetto pericoloso e approssimativo»

Il Tar affida al Dipartimento di Ingegneria verifiche sull'autosilo. Ma una perizia c'è già

Gianpaolo Rosati*

Si sono esaminati i documenti del Progetto Definitivo approvato dal Comune di Milano a seguito dell'annullamento del precedente Progetto Definitivo da parte del Consiglio di Stato e del Progetto Esecutivo approvato con Determina n.59/2017 del 11/10/2017.

Nella precedente Perizia Tecnica si è già evidenziato che: il Progetto Annullato appariva non solo non conforme alle richieste strutturali della normativa vigente sulle Costruzioni, ma altresì insicuro e pericoloso dal punto di vista strutturale, per la sottovalutazione dei danni attesi alle costruzioni limitrofe esistenti e per il monitoraggio semplificativo dei cedimenti che evidenzierebbe il raggiungimento di soglie critiche solo «a posteriori». Il Progetto Annullato era insufficiente in termini di sicurezza antincendio. Il Progetto Annullato era carente in termini di valutazioni ambientali e dei conseguenti rischi di inquinamento acustico e atmosferico, incrementati dall'allungamento dei tempi di esecuzione. Il Progetto Annullato sottostimava la durata dei lavori necessari per il completamento dell'opera, che, tenendo conto del rischio archeologico e dei giorni di pioggia, avrebbe ampiamente superato le tempistiche di realizzazione previste, con le evidenti ripercussioni sui punti sopra citati.

Anche nel Progetto Definitivo Integrazione tuttavia, emergevano importanti criticità, in parte già evidenziate nel Progetto Annullato e che non sono univocamente risolte dal Progetto Esecutivo, benché il Comune abbia approvato tutte le incongruenze e disposizioni.

Ad oggi si può dire che nell'Esecutivo le stesse criticità si ripresentano senza che il maggior dettaglio abbia dato risposta e giustificazione alle scelte operate (...)

ERRORI E OMISSIONI

Il Progetto Annullato allegava una relazione di calcolo che misurava il cedimento massimo sotto gli edifici esistenti, pari a circa 1,3 centimetri. Nel Progetto Esecutivo il cedimento massimo è dichiarato ora pari a 1,25 cm. Il profilo dei cedimenti lungo la sezione degli immobili oggetto della perizia Via Borgogna 2 e 4 evidenzia che si tratta di cedimenti differenziali, cioè i più dannosi per la struttura dell'edificio (...). I Progettisti hanno tuttavia introdotto arbitrariamente dei coefficienti tratti dalla bibliografia e non giustificati da calcoli ripercorribili. Il metodo da loro richiamato e da cui si desumono tali coefficienti, (Burland e Wroth 1974) è un metodo «Approssimato» (...), ovvero definisce soltanto degli indicatori di danno valutati in maniera sommaria, non corrisponde alle disposizioni dell'Ingegneria Civile, che deve analizzare ogni elemento strutturale interessato da sollecitazioni diverse da quelle per cui è stato progettato all'origine.

In particolare, l'edificio di Via Borgogna 2 doveva essere ricalcolato in tutte le parti strutturali, perché i cedimenti indotti modificano il regime statico di tutta la sua struttura: fondazioni, pilastri, travi e solai. (...)

IL RISCHIO SCAVO

A fronte della precedente analisi, appare incomprensibile come la paratia sia realizzata con scavo a vuoto fino a quota 4,37 e quindi si proceda per la realizzazione della parte mancante con uno scavo a cielo libero fino alla quota -3,57 senza utilizzo delle necessarie precauzioni ed opere di contenimento, così come a suo tempo richiesto dal Verificatore. La paratia deve essere realizzata dalla quota zero, mentre il Progetto Esecutivo la fa partire dalla quota -4.37; sempre secondo il progetto, viene eseguito lo scavo a cielo libero e successivamente ancora, viene eseguita la costruzione del muro di contenimento da quota -3.45 a quota zero. Questo sistema di esecuzione provoca, durante gli scavi, ulteriori cedimenti delle fondazioni degli edifici esistenti, cedimenti che si vanno a sommare a quelli trattati al Punto 1. Si ribadisce ancora che i casi dell'autorimessa di Via Dino Compagni via Ampère a Milano,il caso di Via Mazzini angolo Via Falcone già citati nella precedente perizia, sono emblematici perché dimostrativi dei cedimenti causati nella fase di scavo in prossimità degli edifici(...).

IL RISCHIO FALDA

Nella città di Milano, come ormai risaputo, i livelli dell'acqua di falda sono superiori rispetto a quelli di una trentina di anni orsono. Ad oggi quasi tutte le autorimesse interrate riscontrano l'allagamento al sesto/quinto piano interrato. Da studi effettuati dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano, la falda nei prossimi 30 anni raggiungerà il secondo piano interrato. Di conseguenza il sistema di impermeabilizzazione presente nel Progetto Definitivo Integrazione, è insufficiente, perché impermeabilizza solo il quarto interrato.

IL RISCHIO INCENDIO

Il Progetto Esecutivo non ha ottenuto il nuovo parere dei Vigili del Fuoco, pur essendo modificato sostanzialmente dal punto di vista antincendio, rispetto al

Progetto riportante il nullaosta del Comando dei Vigili del Fuoco. Il parere dei Vigili del Fuoco è riferito al vecchio progetto, cioè quello annullato.

*Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni Politecnico di Milano

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