Sul mercato parallelo di vaccini anti Covid si muove la Procura. Dopo la segnalazione di Regione Lombardia i pm hanno aperto un'inchiesta sulle offerte di fiale in vendita ricevute dal Pirellone. Il fascicolo è conoscitivo, cioè senza ipotesi di reato né indagati.
La Regione aveva depositato un elenco di persone che hanno contattato Aria, la centrale di acquisto regionale, o l'assessorato alla Sanità e la Presidenza, per proporre intermediari oppure direttamente forniture di vaccini. Queste offerte non hanno mai ricevuto risposta. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, a capo dell'anti corruzione, ha affidato l'indagine al pm Paolo Filippini. Si vuole accertare l'esistenza o meno di un mercato parallelo a quello ufficiale. La nuova inchiesta si aggiunge a un'altra aperta alcune settimane fa per frode in commercio dall'aggiunto Eugenio Fusco e dai pm Bianca Maria Baj Macario e Maura Ripamonti. In questo caso si indaga su offerte sospette di vaccini sul dark web. I legali della Regione hanno consegnato lo scorso 4 marzo ai pm alcune e-mail e una lettera inviata il 19 febbraio da Letizia Moratti all'ex commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri nella quale l'assessore alla Sanità segnalava di aver ricevuto questo tipo di offerte e ribadiva che la Lombardia non intendeva rivolgersi ad alcun presunto mercato sotto banco.
Intanto un'ulteriore inchiesta aperta lo scorso aprile in piena pandemia si avvia all'archiviazione. Si tratta dell'indagine, che era stata aperta per truffa e frode nelle pubbliche forniture, sull'idoneità e i costi delle mascherine prodotte dalla Fippi di Rho, un'azienda di pannolini riconvertita per l'emergenza. La Fippi si era aggiudicata una fornitura di 18 milioni di pezzi, rimasti in gran parte inutilizzati e pagati dalla Regione circa 8 milioni di euro. Le mascherine vennero prodotte e acquistate tra marzo e aprile 2020, un periodo in cui la scarsità di dispositivi di protezione era estrema. I prodotti della Fippi però non vennero praticamente mai usati perché giudicati scomodi. Ora una consulenza disposta dai pm Giordano Baggio e Mauro Clerici ha accertato che quei dispositivi protettivi potevano avere alcuni difetti dal punto di vista ergonomico e del comfort, ma erano idonei dal punto di vista sanitario. Il materiale utilizzato infatti era di buona qualità e in linea con le certificazioni necessarie.
La conseguenza è l'orientamento degli inquirenti a chiedere l'archiviazione del fascicolo, che era stato aperto dopo un esposto presentato da Adl Cobas Lombardia e che aveva portato i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza ad acquisire documenti e informazioni negli uffici della Fippi, della Regione e nella sede di Aria spa. La decisione sull'archiviazione, dopo l'istanza formale dei pm, spetta comunque al gip.
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