Sulla scena sbarcano le catastrofi del pianeta

Al Parenti «La Cometa» di Schulz su un mondo ignaro della fine. Un «Ulisse artico» al No'hma

Antonio Bozzo

«Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?». Non a inizio d'anno, come in uno dei più celebri dialoghi di Leopardi, ma nel finale di stagione ci sentiamo di piazzare, quasi fossero lucenti almanacchi, gli spettacoli nuovi e meno nuovi che tengono il cartellone prima del vuoto estivo. Cominciamo dal Franco Parenti, luogo che approfitta delle frescure d'acque dell'adiacente piscina. Stasera e domani, ultime repliche dello spettacolo ispirato alla vita e all'opera di Bruno Schulz, scrittore polacco, nell'Olimpo di un Paese che ci ha dato (tra altri) nomi come Witold Gombrowicz, Tadeusz Kantor, Roman Polanski. Si intitola La cometa, ed è portato in scena dalla coppia polacca Teresa e Andrzej Welminski, che da vent'anni partecipa al Cricot 2, il teatro d'avanguardia fondato da Kantor a Cracovia nel 1955. Schulz, di cui suggeriamo Le botteghe color cannella (lo pubblica Einaudi), ucciso dai nazisti nel 1942, viene evocato alla vigilia di una catastrofe: una cometa sta per distruggere la Terra, ma i bipedi festeggiano, solo un uomo dà l'allarme, inascoltato. All'Elfo Puccini torna invece, fino al 7 giugno, ReProduction, drammaturgia di Francesca Marianna Consonni e Giuseppe Isgrò (anche regista), soggetto di Patrizia Moschella. Il lavoro della compagnia milanese Phoebe Zeitgeist affonda le radici nello «spirito dei tempi» trattando del replicarsi: ha senso? Vale la pena creare opere e figli? Il tempo biologico detta legge? Una «commedia camp», è stato definito lo spettacolo, appuntamento immancabile per i cultori di un teatro deliziosamente pop. In scena, cinque attori, alla ricerca non del tempo perduto, ma di un sentimento autentico, dunque raro. Peccato che Greta Thunberg, la giovanissima pasionaria che lotta contro i (presunti) cambiamenti climatici, non viva a Milano. Si potrebbe portarla a vedere Ulisse Artico, in prima assoluta al Teatro No'Hma diretto da Livia Pomodoro, domenica pomeriggio, 9 giugno. Lì, i peggiori incubi di Greta si paleserebbero davanti ai suoi occhi. Giovanni Crippa dà voce all'Ulisse di Lisa Prosa, che ha riscritto il mito omerico ambientandone le vicende in un futuro apocalittico, di riscaldamento globale e ghiacci che si sfaldano, di culture che perdono la ragione d'essere. Invece che su una nave, ammaliato dalle sirene, Ulisse naviga su un pezzo di ghiaccio, tra isole bianche come miraggi, in via di inabissamento. Vede sfilare l'orso naufrago, la volpe naufraga, la casa naufraga; scopre il cadavere di una donna inuit.

Sì, Greta potrebbe veder descritte le sue paure, e in fondo anche le nostre. Se la salute del pianeta, una casa comune che alcuni considerano addirittura un vivente che ruota nei cieli (nome, Gaia), ha bisogno di spaventi, che spaventi come «Ulisse Artico» ben vengano.

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