Cronaca locale

Sulla scia di Expo Milano ora sogna l'Olimpiade 2024

Sulla scia di Expo  Milano ora sogna l'Olimpiade 2024

E adesso Milano può sognare di ospitare l'Olimpiade del 2024. Ad aprire la partita è la vittoria di Tokyo che per il 2020 ha battuto la concorrenza di Istanbul e soprattutto di Madrid, una città europea il cui successo avrebbe tagliato fuori la successiva candidatura di una città italiana. E così il primo ministro Enrico Letta, relatore ieri al seminario Ambrosetti di Cernobbio ha potuto promettere che «nell'agenda 2024 l'Italia potrebbe candidarsi alle Olimpiadi». Perché siamo un Paese grandioso, ma «se abbiamo delle scadenze ci impegniamo meglio». E dunque «è un tema su cui lavorerò». Un atteggiamento ben diverso da quello del suo predecessore Mario Monti che tra gli errori del suo governo di «professori», può forse annoverare anche l'aver tagliato le gambe alla corsa di Roma per il 2020. E, viste le candidature in campo, sono in molti il giorno dopo la vittoria di Tokyo a recriminare per non aver avuto la possibilità di giocarsela.
Latte versato su cui è ormai inutile piangere perché già si apre una nuova sfida. E se anche Letta solitamente prudente e piuttosto competente in materia di bilanci si è spinto così avanti, è chiaro che non si tratta di chiacchiere. Ed è infatti immediatamente partito il tam-tam degli ambienti romani pronti cavalcare il business olimpico. «Ho già parlato con Enrico Letta», si è precipitato il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Ho sentito anche il sindaco di Roma Ignazio Marino e il governatore del Lazio Nicola Zingaretti: ci vedremo presto». Ma se c'è una città italiana che potrebbe aspirare alla candidatura, questa è Milano. Che nel 2015 ospiterà l'Expo e avrebbe già tutte le infrastrutture (strade, autostrade, treni e metropolitane) e gli impianti turistici necessari per un altro grande evento. Facendo così risparmiare molti soldi alle casse dello Stato. «Anche Milano può avere le sue carte», diceva ieri l'assessore allo Sport della Regione Antonio Rossi che da campione della canoa ha appese a casa ben cinque medaglie olimpiche vinte in ben quattro diverse edizioni. «Da sportivo sono felice per le parole del premier Letta - ha spiegato - Non voglio accendere diatribe con Roma, ma Milano ha le strutture dell'Expo: con la costruzione di uno stadio e una piscina nella zona, dopo il 2016 avrebbe ancora più chance. Ne abbiamo già parlato con il presidente Roberto Maroni». Che ha già annunciato che nei prossimi giorni chiederà al sindaco Giuliano Pisapia di candidare Milano.
Riaprendo una partita che già alla fine degli anni Ottanta coinvolse società civile e accademia (a partire dalla Bocconi del rettore Mario Monti) riunite in un comitato promotore guidato da un Massimo Moratti non ancora presidente dell'Inter. Si parlò del recupero di impianti sportivi come il velodromo Vigorelli o il Palasport crollato sotto il peso della neve nel 1985. Un progetto che si arenò al passaggio delle mozioni parlamentari tra il 1991 e il 1992. E forse anche per quello Vigorelli e palasport due decenni dopo sono ancora abbandonati e Milano non ha ancora una piscina, né uno stadio olimpico. Magari nel 2024..

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