Sventato il sequestro di un manager

Banda di malviventi voleva obbligarlo a trasferire denaro on line

Sventato il sequestro di un manager

Come ti dicevo io sono pronto, ho sia il capannone per il lavoro che l'appartamento... Quello che vi chiedo è di essere sicuri che il pacco sia attrezzato di tutto quando sarà... prelevato, perché se non è attrezzato di tutto non vorrei fare un flop.

Era tutto pronto per il giorno dopo. Così martedì mattina, previa telefonata (testo sopra) i banditi si sono radunati per un ultimo briefing nel parcheggio di un hotel di Cinisello Balsamo. Dopo dieci mesi di indagine, però, i carabinieri della compagnia di Corsico erano lì ad aspettarli e li hanno arrestati. È così che è andato in fumo il piano del sequestro a Milano di un imprenditore bolognese (al telefono chiamato pacco o rigido) del settore informatico, un agente di commercio di 40 anni molto benestante residente sotto le due Torri e con un ufficio nel capoluogo lombardo. Sono 5 gli uomini bloccati a Cinisello, anche se in totale sono 11 le ordinanze di custodia cautelare per tentata estorsione e rapina aggravata emesse dalla Dda di Bologna e portate a termine tra Milano, Reggio Emilia, Verona e Napoli, oltre che dai militari milanesi, anche dai carabinieri di Bologna.

Ma andiamo per ordine. Il piano per sequestrare l'imprenditore è venuto alla luce durante una inchiesta dei carabinieri di Cornaredo partita a febbraio. In quel periodo i militari milanesi stavano indagando su una banda specializzata in frodi informatiche alle banche e messe a segno tra la Lombardia e il Veneto (tra le persone fermate infatti c'è anche una commercialista veronese 30enne). Ed era stato proprio per bloccare i raggiri che la Procura di Milano aveva sequestrato i conti correnti riconducibili a membri della banda. Pressati dalla necessità di rientrare dei soldi persi (almeno 300mila euro), i malviventi avevano deciso così di sequestrare l'imprenditore bolognese. E dopo diversi sopralluoghi avevano individuato a Milano l'appartamento in cui tenere rinchiuso il sequestrato e lì costringerlo, grazie alla collaborazione di un tecnico informatico milanese, a effettuare versamenti milionari (si parla di 5 milioni di euro) su conti correnti esteri.

Il rapimento era programmato per mercoledì mattina qui in città, dove era stato concordato un appuntamento con il 40enne. A prelevarlo dovevano essere quattro napoletani, «manovalanza», come li hanno definiti i militari di Bologna, contattati dal tecnico informatico e dall'autista della banda, un reggiano che di professione fa il conducente di bus, grazie all'intermediazione di un altro napoletano vicino al clan camorristico Formicola. Ai membri della banda i carabinieri hanno sequestrato fascette, passamontagna, distintivi di guardie giurate, un manganello telescopico e anche un taser che doveva servire a torturare l'imprenditore qualora avesse rifiutato di trasferire il denaro .

Come dicevamo, oltre a sventare il sequestro, i militari hanno eseguito anche altre sei ordinanze di custodia cautelare in carcere per una rapina in una sala slot di Modena

commessa l'11 novembre e a cui aveva partecipato anche il conducente di autobus della banda di rapitori insieme a un altro complice reggiano. Anche allora il «lavoro sporco» era stato appaltato a tre pregiudicati napoletani.

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