La carota e il bastone. Il bastone e la carota. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, «liscia il pelo» a Milano, e poi la penalizza. O meglio tradisce quelle che erano attese più che giustificate. Mercoledì sera il Consiglio dei Ministri ha approvato la Legge di stabilità che ha stanziato solo 50 milioni per gli extracosti di Expo. Cui vanno aggiunti quei 1,2 miliardi di tagli ai comuni che si rischiano di tradursi inevitabilmente in tagli ai servizi, viste le difficoltà degli ultimi anni a far quadrare il bilancio di Palazzo Marino. «È una situazione drammatica - commenta l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino - Non possiamo più scendere nella spesa sociale, se non colpendo i servizi. Il che sarebbe problematico».
Nel giorno in cui la nostra città, con il vertice Europa Asia, fa le prove generali per i sei mesi di esposizione universale, il governo stanzia la metà dei fondi che Palazzo Marino aveva chiesto per far funzionare la città in vista dei 20 milioni di visitatori attesi per i sei mesi - e non due giorni - dell'evento. Non solo, è stato anche dichiarato inammissibile dalla commissione Ambiente della Camera l'emendamento che avrebbe permesso al Comune di fare assunzioni a tempo determinato. Tra le voci da finanziare: il potenziamento del trasporto pubblico, per garantire più corse nei mesi estivi e nella fascia serale, la pulizia extra della città, gli straordinari dei vigili. Per mettere in moto i servizi aggiuntivi servono gli uomini: da arruolare dal 1 maggio al 31 ottobre 2015 macchinisti, autisti, poliziotti e operatori ambientali.
Dopo l'uscita del ministro per i Trasporti Lupi - «Atm deve attrezzarsi per accogliere i visitatori e non è che può farlo solo se arrivano i soldi» - ieri lo schiaffo del governo. «Milano è una delle città più laboriose d'Europa, è la capitale economica dell'Italia, la città dove nel corso degli anni si sono verificati fenomeni di innovazione» - le parole del premier che ieri ha aperto il vertice Asem. Milano ha un grande passato e voglia di futuro, «è la città del design, della moda, ma anche della tecnologia, è una città che mi piacerebbe definire curiosa». Così il sindaco di ritorno dalla missione istituzionale a New York porta a casa i complimenti del governo e poco altro, la metà dei fondi chiesti nel «dossier Milano» pari a 110 milioni di euro. Giuliano Pisapia preferisce leggere prima le carte: «Certamente se fossero solo 50 milioni avremmo qualche commento da fare. Sono appena tornato, voglio leggere esattamente i provvedimenti del governo. Come sapete spesso escono dal consiglio dei ministri in una maniera e poi sulla Gazzetta Ufficiale si trovano divergenze o differenze».
Più incisive le parole della coordinatrice regionale di Forza Italia e vice capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini: «Le risorse stanziate sono insufficienti.
Se vogliamo organizzare un evento all'altezza delle aspettative di milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo e all'altezza della fama internazionale di Milano dobbiamo mettere in campo risorse ragionevoli». «Pisapia a Roma conta come il due di picche» commenta caustico il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo de Corato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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