Non poteva esserci momento migliore (o peggiore) per la discussione in consiglio regionale sulle discariche svizzere ai confini della Lombardia. Il giorno dopo il referendum sull'immigrazione con cui la Svizzera (e con percentuali altissime il Canton Ticino) ha deciso di contingentare i frontalieri che fanno la spola con la Confederazione elvetica per lavorare, arrivano al Pirellone due risoluzioni sulla spazzatura pericolosa che la Svizzera scarica a ridosso della confinante Lombardia.
«La presenza di amianto è motivo di forte preoccupazione per la salute dei residenti» si legge tra l'altro nel testo che è stato approvato all'unanimità dalle commissioni congiunte Ambiente e Relazioni con la Confederazione elvetica. Secondo i regolamenti svizzeri, infatti, amianto e lastre di Eternit possono essere smaltiti nelle discariche per materiali inerti, quali sono quelle che si trovano al confine.
I luoghi scelti, a Stabio (discarica storica di inerti in via di ampliamento) e a Mendrisio (sito appena individuato), risultano accettabili per i cittadini elvetici, che vivono per lo più a distanza di sicurezza dai siti, ma creano grandissimi problemi agli italiani che hanno abitazioni e capannoni industriali a ridosso degli impianti. E protestano perché la scelta dei luoghi ignora la loro presenza e penalizza le loro abitazioni. E se Mendrisio è ancora un progetto, Stabio è già una difficile realtà con cui fare i conti.
A Stabio, al confine con Cantello, in provincia di Varese, negli anni si è formata una torre di materiali inerti alta 54 metri e con un volume pari a 145.000 metri cubi, che ha modificato il paesaggio locale. Le prime case svizzere sono a 400 metri, abitazioni e industrie italiane a poche decine di metri. «La discarica ha parzialmente compromesso le normali condizioni di soleggiamento delle abitazioni, riducendo le ore di illuminazione» lamenta Luca Marsico, Forza Italia, presidente della Commissione Ambiente e relatore del testo.
Adesso esiste presso le Autorità svizzere il progetto di ampliare ulteriormente la discarica e di aggiungere un frantoio e un vaglio per lavorare i materiali inerti. Ciò comporterà, oltre ai rischi per la salute, «rumore continuo» e «polveri provenienti dal trasporto e dalla macinazione».
Situazione analoga a Mendrisio. Il progetto per due discariche di rifiuti inerti (360mila metri cubi e 40.000 metri quadrati di superficie) in un territorio attualmente adibito a bosco allarma i Comuni confinanti. «I comitati dei cittadini protestano. Aree idonee per loro non lo sono per noi. Confidiamo che la giunta regionale e la Comunità di lavoro Regio Insubrica affrontino la questione» spiega la leghista Francesca Brianza, presidente della commissione speciale Rapporti con la Confederazione elvetica.
A queste risoluzioni si unirà oggi in consiglio una mozione urgente per affrontare il tema del referendum con cui la Svizzera chiede di bloccare l'immigrazione anche all'interno dell'Ue. I frontalieri lombardi sono sessantamila, tanto che si dice che la Svizzera è il primo datore di lavoro della Lombardia.