Tabacci stanga i turisti e vende un altro pezzo di Sea

L’assessore prepara un balzello per i visitatori e la cessione del 25% della partecipata La sinistra: "La decisione passi dall’aula". Sindacati in trincea, ma la strada è segnata

Tabacci stanga i turisti e vende un altro pezzo di Sea

Non si è parlato dell’«argent de poche», gli spiccioli. Così l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci definisce - ad esempio - i dieci milioni che l’ex giunta Moratti aveva destinato nel 2011 al fondo anticrisi, per sostenere aziende in difficoltà e famiglie rimaste senza lavoro. L’emergenza non è finita e per l’assessore Cristina Tajani e la Cgil quegli aiuti vanno rifinanziati anche per il 2012, nonostante i tagli in vista. Ma non era una priorità nel conclave tra sindaco e giunta riunito domenica sera fino a mezzanotte per fare il punto sul bilancio preventivo, che dovrà arrivare in aula entro fine marzo. Dell’«argent de poche» e dei quaranta milioni di tagli che gli assessori «dovranno rassegnarsi a fare» per far quadrare le spese e coprire i 580 milioni di euro che mancano all’appello si entrerà più nel vivo nei prossimi incontri. Più urgente il capitolo delle privatizzazioni. Nonostante i paletti della sinistra radicale e le promesse ai sindacati, Tabacci conferma che per Sea «si ragiona sulla dismissione di altre quote, fino al 25% del pacchetto». Che porterebbe (a neanche un anno di mandato) il Comune sotto la maggioranza nella società aeroportuale, dopo che solo a dicembre si è già liberata di un terzo degli scali vendendoli a gara al fondo F2i. Preoccupati i sindacati, che hanno già chiesto al Pd un incontro nei prossimi giorni. Anche se i Democratici hanno anticipato che «non ci sono tabù sulla vendita di azioni, compresi gli scali», ma a sindaco e assessori riuniti in conclavi notturni la capogruppo Carmela Rozza ricorda che «il documento deve passare dall’aula». Il messaggio: meglio la condivisione dei passaggi con i partiti di maggioranza o tanto lavoro rischia di andare in fumo. «Se si parla di vendita degli scali, vogliamo esaminare le partecipazioni in tutte le società», da MilanoSport a Milano Ristorazione, e «vedere se in alcuni casi si possono mettere all’asta dei servizi per aumentare la concorrenza e la qualità e incassare fondi». Vedi il caso Atm o energia. Dopo tre bandi deserti, Palazzo Marino vuol tentare in tutti i modi la vendita del 17% di Serravalle, un’operazione che potrebbe essere congiunta (questa volta) con la Provincia, Tabacci ha incontrato giorni fa il presidente Guido Podestà e ci sarebbe la volontà comune di abbandonare la maggioranza pubblica per vendere meglio il «pacchetto» delle autostrade.
L’assessore assicura che ogni euro incassato dalle privatizzazioni «sarà speso negli investimenti, non in spesa corrente». Ma anche qui, il Pd freme per una condivisione urgente delle priorità: la vendita di Sea ad esempio dovrebbe essere finalizzata all’acquisto di nuovi treni della M1, ma già una parte della sinistra chiede attenzione anche per le case popolari.
E c’è il capitolo della tassa di soggiorno. Almeno 13 milioni di euro di incasso previsto, «pagano i servizi i milanesi, è giusto che partecipino anche i visitatori» afferma l’assessore Tabacci, che prevede ancora «5 euro per i 4 e 5 stelle, più giù vedremo».

Per il collega al Commercio Franco D’Alfonso invece la situazione è in movimento e «potrebbe intervenire una legge nazionale che ci obbligherà ad applicarlo a tutte le categorie». E la giunta, «obbligata», tartasserà anche gli hotel a una e due stelle.

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