Cronaca locale

Tabacci vuole tagliare Linate, il Pd stavolta lo lascia a terra

Tabacci vuole tagliare Linate, il Pd stavolta lo lascia a terra

Non più di dieci giorni fa si sono scontrati sui tagli alla cultura. Ora l’assessore Stefano Boeri e Bruno Tabacci, colleghi con i posti a sedere agli estremi opposti del banco della giunta, sono muso contro muso anche sulla questione di Linate.
Tabacci vorrebbe ridimensionare l’aeroporto. Chiede invece di non toccare né rotte né voli Stefano Boeri che stavolta ha dalla sua anche il partito. «Una riduzione del ruolo di Linate - interviene l’assessore al Bilancio - è assolutamente strutturale al problema dell’equilibrio economico di Sea e il rafforzamento di Malpensa arriva dalla natura internazionale di quell’aeroporto». Tabacci ricalca la stessa posizione sostenuta nei giorni scorsi dall’assessore lombardo alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo secondo cui gli scali lombardi fanno parte di un sistema aeroportuale e il destino di uno ha effetti sull’altro: se si vuole che la Lombardia abbia con Malpensa «la porta di accesso verso il mondo», allora Linate va ridimensionata.
«No, sarebbe un grave errore per Milano» sbotta Boeri contestando il collega di giunta e tutelando l’aeroporto urbano. «Se valutiamo l’interesse generale della città - fa notare - dobbiamo guardare con molta attenzione non solo al mantenimento ma anche allo sviluppo di Linate come city airport perché ha un grande valor economico per gran parte delle imprese culturali e creative». Stavolta il buon Boeri trova dalla sua anche il Pdl, che non transige tagli sullo scalo milanese.
Va in scena il solito teatrino. Cambiano le alleanze ma le posizioni non sono mai unitarie all’interno della maggioranza. Manca la linea comune. Sul sistema degli aeroporti, così come sul bilancio, dove la quadra del cerchio sembra tutt’altro che vicina. E allora che strategia vince? Quello della battaglia a oltranza. Non contenti delle 25 ore di seduta accumulate nei giorni scorsi, i consiglieri di Palazzo Marino si sono lanciati in un’assemblea no stop che rischia di proseguire per l’intero fine settimana. Stallo totale e seduta notturna. Per ora, dei 91 emendamenti sul piatto, una ventina sono stati annullati, ma il Pdl non intende mollare sul resto: ne restano 74. Il problema è che maggioranza e opposizione si confrontano su due ordini di grandezza del tutto opposti: il Pdl chiede tagli per circa 270 milioni di euro (il 10%) mentre il capogruppo del Pd Carmela Rozza ragiona su grandezze che non superano i 20 milioni.
Si profila un muro contro muro su Imu, Irpef e sull’intero pacchetto tasse. Sull’Irpef la Rozza non vuole arretrare di un passo. «Alle tre di notte farò la stessa proposta che ho avanzato alle 5 del pomeriggio. E se arriveremo a proseguire fino a domenica mattina, la mia proposta sarà ancora quella. Se taglio, taglio a favore di una fascia estesa, e non a favore delle famiglie più ricche». Il Pd è disposto a tagli sul gettito Irpef da 1 milione di euro e propone di mantenere le aliquote previste quest’anno anche per il 2013 e il 2014.
Prosegue la sua battaglia il centrodestra, che ora rilancia chiedendo il dimezzamento della tassazione per il no profit. Guarda già alle modifiche alla delibera sull’applicazione dell’Imu la Lega, ma anche su questo punto la discussione con la maggioranza per un eventuale accordo su sconti e agevolazioni è in stallo: per proseguire le trattative, la Lega attende dall’amministrazione le stime sui gettiti attesi dalle diverse categorie e fasce di contribuenti.

Ma i dati non arrivano.

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