Tangenti, arrestato a Miami il «socio» di Rizzi

L'immobiliarista Stefano Lorusso sarà estradato entro 45 giorni

Cristina BassiSarebbe lui la «guida» per seguire i soldi. Se decidesse di collaborare, i segreti finanziari della cricca dei denti Canegarti-Rizzi-Longo non sarebbero più impenetrabili. Stefano Lorusso, 53 anni, è stato arrestato mercoledì scorso a Miami, dove risiede. Sarà estradato in Italia entro 45 giorni. Era l'ultimo destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Monza Emanuela Corbetta per l'operazione «Smile» sul sistema criminale che pilotava gli appalti per l'assegnazione dei servizi odontoiatrici.Lorusso è stato preso in custodia dalle autorità federali americane. È accusato di riciclaggio. Sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, insieme all'Interpol, a rintracciarlo a Miami. Secondo gli inquirenti, sarebbe «socio quantomeno di una delle società illecite e costantemente preposto, in quanto inserito in almeno una di esse, alla gestione dei capitali illegali». Il deus ex machina capace di creare il complesso di scatole cinesi in cui sarebbero finite le mazzette. Oltre che contabile usato dal consigliere regionale leghista Fabio Rizzi e dal suo braccio destro Mario Longo sarebbe loro socio in alcune società off shore. Ufficialmente lavora come agente immobiliare in Florida, con la More Than Lux Corp. Gestirebbe però per conto di Longo e Rizzi affari in Svizzera, Dubai, Panama, Lussemburgo. Sarebbe anche l'artefice finanziario per la costruzione dell'ospedale pediatrico in Brasile, da cui Rizzi contava di ricavare «un paio di milioni a testa». Era lui l'amico tramite con Felipe Massa e quindi con il segretario di Stato del Goias - la regione scelta per il progetto - Alexandre Baldy. Nell'ordinanza Lorusso, pregiudicato per calunnia e istigazione a delinquere, è citato in particolare come «ponte» per il pagamento da parte di «Paoletta» Canegrati a Rizzi e Longo di una tangente da 50mila euro nel periodo fine 2014-inizio 2015. In qualità di «amministratore di fatto della Mtl Events srl - scrive il gip - mediante emissione di due fatture dell'importo di euro 25mila ciascuna nei confronti della Csm Cooperativa sociale monzese onlus per prestazioni di consulenza in realtà inesistenti», riceveva il denaro dall'imprenditrice dell'odontoiatria e lo girava come «prezzo della corruzione» di Rizzi e Longo. Lorusso non è accusato di associazione per delinquere, ma è considerato un personaggio chiave dell'inchiesta. Colui che «ripuliva» i soldi illeciti, gestiva le società estere e grazie al quale si potrebbero rintracciare i conti e il vero «tesoro» della cricca. «Mario figurati, io queste cose le faccio giornalmente», dice a Longo un disponibile Lorusso nelle intercettazioni agli atti.

In un'altra telefonata i due amici parlano di Rizzi chiamandolo in codice «allevatore di maiali». E, si legge nel fascicolo, il braccio destro del politico intasca una prima tranche della mazzetta «nei pressi del palazzo della Regione» direttamente dalle mani del figlio di Lorusso.

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