Far pagare le tasse alle prostitute con una proposta di referendum per modificare la Legge Merlin. Quella che nel 1958 chiuse le case di tolleranza e introdusse il reato di sfruttamento della prostituzione. A chiederlo in Regione da primo firmatario è il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che è stato nominato dalla commissione Affari Istituzionali relatore della richiesta. Ma dietro la sua ci sono le firme del capogruppo di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato e di quello di Forza Italia Claudio Pedrazzini oltre a quelle di molti altri consiglieri a cominciare da Giulio Gallera (Fi) e del vice presidente del consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega).
L'idea è utilizzare l'articolo 75 della Costituzione che prevede la possibilità di indire un referendum popolare se si raccolgono 500mila firme o viene richiesto da cinque consigli regionali. «Siamo del parere spiega Romeo che i cittadini debbano avere la possibilità di decidere sulla regolarizzazione della prostituzione. È inutile proseguire con politiche vecchie e totalmente inefficaci». Si tratterebbe, spiegano i promotori, di un referendum parzialmente abrogativo, perché «non si depenalizzano o abrogano i reati di induzione, sfruttamento e tratta della prostituzione, ma si interviene per disciplinare l'esercizio del meretricio, riconosciuto dalla Corte di Giustizia europea come un'attività economica». L'obiettivo, dicono, è regolamentare e assoggettare all'imposizione fiscale la prostituzione che in Italia interessa 9 milioni di clienti, 70mila prostitute e alimenta un giro di affari di 5 miliardi di euro. Secondo i firmatari «la Corte di cassazione si è già espressa in tre casi differenti a favore dell'Agenzia delle entrate, disponendo la tassazione dei guadagni derivanti dall'attività di prostituzione, (ad esempio nell'ottobre 2010: «Non vi è dubbio alcuno che tali proventi debbano essere sottoposti a tassazione, dal momento che pur essendo un'attività discutibile sul piano morale, non può essere certamente ritenuta illecita)». Tra le conseguenze dell'abolizione della legge Merlin, l'obbligo per chi eserciti la prostituzione di aprire una partita Iva e rilasciare ricevuta fiscale ai clienti. Esercizio solo in appartamento con regolari controlli della pubblica sicurezza e dell'autorità sanitaria.
Di un tentativo di «riportare indietro il Paese di 60 anni» parla il Pd. «La Lega - attacca Fabio Pizzul -, questa volta in buona compagnia, torna a fare populismo su temi che meriterebbero maggiore responsabilità.
Prima di parlare di abolizione della legge Merlin, dovremmo rendere efficaci le norme attuali in materia di sfruttamento della prostituzione e protezione delle vittime della tratta». Ma per Romeo «l'obiettivo è togliere la prostituzione dalle strade, combattendo così lo schiavismo delle cosche, gente senza scrupoli che si arricchisce sulla pelle delle ragazze».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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