Nel 2014 scuciranno a famiglie e imprese la bellezza di 1,3 miliardi di euro in tasse. Nonostante questa enorme mazzata fiscale, sembra che non abbiano risorse sufficienti per fare alcunché. Paiono dunque dei «re Mida» al contrario gli attuali inquilini di Palazzo Marino. E la polemica sull'accoglienza dei profughi lo conferma. Ha segnato un autogol doppio, o forse triplo, l'assessore Pierfrancesco Majorino. Difficilmente l'uscita pubblica di un politico (che pure aveva un fondo di demagogia) ha riscosso così poco successo. Per tante ragioni, tutte diverse, che infatti lo hanno indotto a una pronta retromarcia. Il delegato al Sociale di Palazzo Marino, venerdì ha pensato bene di sollecitare la chiesa milanese ad aprire chiese e oratori agli stranieri, indicando il modello dei centri islamici di viale Jenner e Cascina Gobba (peraltro piuttosto controverso). Ha ottenuto subito una puntuale risposta, piuttosto piccata, della Caritas ambrosiana, che ha avuto gioco facile nel ricordare quel che fa e quel che farà per accogliere i migranti. Ha dovuto subire la sconfessione del sindaco, Giuliano Pisapia, che tutto può permettersi tranne che una rottura con l'area del cattolicesimo sociale, spina dorsale della città. Ha inoltre prestato il fianco a due risposte polemiche, ma non campate in aria. La prima: perché, caro assessore, non ti rivolgi al tuo governo? E la seconda: perché non fai aprire agli immigrati anche centri sociali e stabili occupati abusivamente da gruppi amici della «Milano arancione»?
Ma soprattutto Majorino si è esposto a una valutazione sul modello di amministrazione pubblica messo in piedi in questi tre anni, che sembra un fallimento anche visto da sinistra. A noi del «Giornale» un ente pubblico che raddoppia le tasse in pochi anni non piace e non piacerà mai. Crediamo al contrario che una riduzione del perimetro pubblico sarebbe un toccasana per la ripresa dell'economia e per l'efficienza dei servizi pubblici. Ma un «welfare comunale» che funzioni potrebbe avere una sua coerenza a sinistra. In altre parole: se questo miliardo e 300 milioni di imposte servisse a finanziare un sistema di protezione sociale esteso e funzionante potrebbe piacere a molti supporter del Pd o di Sel. E invece non c'è neanche questo. In 3 anni, nonostante questo enorme trasferimento di risorse dal privato al Comune (tralasciamo i tributi statali) abbiamo assistito a un esteso aumento delle tariffe locali (solo a titolo di esempio si va dal trasporto pubblico al recentissimo all'aumento delle tariffe del prescuola). Nel contempo non c'è categoria che non abbia protestato per una riduzione del livello di servizi e welfare. I disabili hanno protestato, per le scuole non ci sono risorse, le case popolari sono un disastro, il degrado aumenta. Dunque un milanese potrebbe chiedersi: che ci fanno con tutte queste tasse? Ripianano i tagli? Non proprio. Nel 2013 i minori trasferimenti hanno raggiunto la cifra ragguardevole di 480 milioni.
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