«Tasse comunali troppo alte» e la festa Pd trasloca a Sesto

«Tasse comunali troppo alte» e la festa Pd trasloca a Sesto

Dopo le festa di Sel, prende il via domani sempre al Carroponte di Sesto San Giovanni la Festa Democratica metropolitana e nazionale dei diritti. Un luogo suggestivo e simbolico, testimonianza del glorioso passato industriale dell'ex Stalingrado d'Italia, che ha il sapore del ripiego, nemmeno tropo nascosto. Scartato Lampugnano, location tradizionale della kermesse «rossa» per i lavori di M5, il partito aveva messo gli occhi sul parco Sempione inaccessibile per i costi e per il disavanzo del bilancio interno. Anche per la feste di partito, dunque, così come per quelle di quartiere la nuova tassa per l'occupazione del suolo pubblico rende off limits luoghi di pregio e centrali, come appunto l'Arena. «Questa città non ha spazi per manifestazioni culturali e ricreative - attacca Francesco Laforgia, coordinatore cittadino -: la sfida che vogliamo lanciare a questa amministrazione è dare la possibilità anche a onlus e associazioni di usufruire di spazi centrali più agevolmente dal punto di vista economico e burocratico». Ma guai a parlare di polemica, a meno che non siano i diretti interessati a farlo. «La Cosap è un problema - ammette lo stesso Laforgia - che mette a rischio anche le feste di quartiere, sono sicuro però che il sindaco abbia presente la necessità di rivedere il meccanismo della tassa». Ma in generale è sulle tasse che la giunta arancione si deve dare una calmata secondo il principale partito della coalizione: «in un periodo di crisi come questo per i prossimi anni è necessario mantenere stabili tasse e tariffe a fronte degli aumenti appena deliberati». A un anno dall'insediamento di Giuliano Pisapia la festa rappresenta «un'occasione non per dare direttive alla giunta ma per discutere di quanto è stato fatto e quanto si deve ancora fare». Il sindaco parteciperà al dibattito sulla città metropolitana domenica alle 18 con il presidente della Provincia Guido Podestà e il coordinatore cittadino Laforgia. Presenti tutti i big Tra i big del partito (D'Alema, Fassino, Letta, Marino, Bersani che chiuderà la festa il 24), del centrosinistra (Vendola) ma non solo (Giulio Tremonti è atteso venerdì per la presentazione del libro L'Italia dei democratici. Idee per un manifesto riformista, il ministro Piero Giarda prenderà parte ad una riflessione su spending review ed enti locali, il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia). Grande assente il sindaco di Firenze, nonché candidato «rottamatore» alle primarie del Pd Matteo Renzi. E dire che sul programma compaiono i nomi dei suoi, a partire dal braccio destro Giorgio Gori e del giuslavorista Pietro Ichino, grande ispiratore della proposte economiche di Renzi. I compagni fanno finta di nulla «Ci siamo dati da fare perché ci fosse una rappresentanza del partito democratico a tutti i livelli, ma senza chiudersi negli steccati e aprendo alla società civile» e sull'assenza dello sfidante di Bersani si giustificano: «Ci siamo scambiati sette mail ma non abbiamo trovato un accordo sul dibattito in cui ospitarlo». Bologna? «Sì a Bologna alla fine è andato, ma prima aveva detto che non avrebbe partecipato a un confronto alla festa, ma all'esterno, poi alla fine l'hanno invitato alla festa ed è andato...».

Come dire: noi non accettiamo i diktat dei candidato birichino. «Rimane comunque un errore» non avere il nome di Renzi nel programma per l'ex socio rottamatore che non ha mai ricucito del tutto i rapporti dopo la rottura.

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