Meno turisti e calo nelle fiere. Il Coronavirus infetta Milano

Corse ridotte del 30 per cento, assenti dalle passerelle un migliaio di cinesi. Micam registra un calo del 7%

Meno turisti e calo nelle fiere. Il Coronavirus infetta Milano

Milano vuota. L’assenza del Dragone si fa sentire sempre di più nella nostra città, con un effetto schiacciante, soprattutto in questa settimana che vede un susseguirsi di eventi di richiamo internazionale. Oggi chiude il Micam, la fiera internazionale della calzatura a Rho, mentre ha preso il via ieri, con un evento di supporto alla Cina, la Fashion Week che vedrà protagonista la collezione Donna Autunno Inverno 2020 che debutta con il segno meno. un migliaio in meno in termini di presenze di visitatori, buyer, giornalisti e fotografi dalla Cina. Si percepisce un netto calo di visitatori e business men stranieri in città, pari al 25 30percento»spiega Pietro Gagliardi delegato taxi Claai-UnioneArtigiani. Le auto bianche sono uno dei primi termometri del turismo in città e quindi tra le prime categorie a rendersi conto degli effetti collaterali del Coronavirus in questo caso. Ecco allora che Milano Moda Donna 2020 lancia un ponte virtuale verso la Cina, affidandosi alla tecnologia, con streaming di sfilate, backstage e interviste, per manifestare solidarietà al popolo cinese bloccato in patria dalle restrizioni sanitarie, ma anche per tentare di limitare le perdite delle più che possibili mancate vendite. «Ad ammirare le sfilate di questa edizione mancherà una buona fetta del pubblico professionale: circa mille tra buyers, brand, giornalisti, blogger, e persone che lavorano per le case di moda» ha spiegato presidente della Camera della moda italiana Carlo Capasa. Inoltre, «tre sfilate sono saltate perché, con le fabbriche cinesi chiuse, non hanno potuto completare le collezioni mentre sono due quelle che invece siamo riusciti a tenere in calendario. Nello stesso tempo, avremo una serie di designer cinesi, otto in tutto, che mostreranno virtualmente con video e racconti, i loro prodotti nel nostro fashion hub. Li accoglieremo per non fargli saltare una stagione».

Da qui l'idea di lanciare un ponte virtuale con la Cina, come ha annunciato anche il presidente del Salone internazionale del Mobile Claudio Luti, che si aspetta di perdere dal 19 al 26 aprile la bellezza di 30mila visitatori.

Un bel danno per l'indotto da turismo per Milano, se si pensa che il settore conta 23mila imprese solo in città con 160mila addetti. Secondo un'elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, le in quattro anni sono cresciute del 5 per cento: dalla ristorazione con 5893 imprese ai trasporti con oltre 2mila auto a noleggio, l'abbigliamento con 1.816, dai 686 alberghi alle 167 imprese di traduzione. Per quanto riguarda le prenotazioni alberghiere, «su un campione di 1500 camere le prenotazioni da parte di clienti cinesi - spiega il presidente di Federalberghi (Confcommercio) Maurizio Naro - per febbraio e marzo il 28 gennaio sono passate da 100 a 20. E se le stanze sono comunque state occupate da un'altra clientela, il fatturato per la Settimana della Moda, rappresentato per il 20 per cento dai cinesi, si dimezzerà».

Il Micam, la Fiera internazionale della Calzatura che conta 1205 espositori, di cui 628 italiani e 577 stranieri, si chiude oggi con un calo che oscilla tra il 5 e il 7 per cento di buyer dall'Estremo Oriente, e un calo pari al del 5-7 per cento.

L'Ufficio studi Confcommercio stima, a livello nazionale, un calo del Pil dello 0,3 per cento annuo, a causa del Coronavirus. Una perdita, sulla sola città di Milano, di fatturato delle imprese (non solo indotto turistico) stimata in 250 milioni di euro al mese.

«Una cifra calcolata sulla base della spesa media di un turista cinese che viene in città - spiega Marco Barbieri, segretario generale di ConfCommercio - da 1.200 a 1.500 euro al giorno per una visita media di due giorni e mezzo».

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