1973 - 2015. Parco Sempione, la storia si ripete. Sono partiti nel cuore del parco i lavori per la ricostruzione del «Teatro continuo» di Alberto Burri, l'opera realizzata in occasione della XV Triennale «Contatto Arte/città». E se allora si scatenarono le reazioni contrarie, nel centenario della nascita dell'autore dell'opera «per la libera espressione teatrale», le polemiche si ripetono. I cittadini e i rappresentanti delle associazioni Comitato Parco Sempione, Comitato Parco Libero - Sempione Verde, Fondazione Ambiente Milano, Associazione Pro arco Sempione, azioniamo.org, Fondazione Perilparco, dopo avere sollecitato i consiglieri comunali e scritto al sindaco, hanno presentato un esposto in Procura, sostenuto da mille firme.
Diversi i punti di contrasto con l'amministrazione, innanzitutto per una decisione presa «in modo autocratico e senza confronto con i cittadini apportando modifiche che andranno a incidere fortemente ed in perpetuo, sull'ambiente e sulla percezione dei luoghi» scrive Monaci, del comitato Parco Sempione. Come dire: le amministrazioni passano, i beni comuni no. «Sarebbe bene in ogni caso per l'amministrazione attenersi a principi di precauzione, rispetto della legalità e salvaguardia dei beni più prestigiosi che appartengono alla collettività intera» conclude. A meno di due anni dalla fine del mandato, la democrazia partecipata è bella che dimenticata. Per il consigliere Fabrizio de Pasquale «il vicesindaco De Cesaris non è padrone del paesaggio del Sempione e deve discutere con la commissione su questa collocazione prima di modificare il parco».
La nuova opera sarebbe «fuori legge» ovvero stride con il vincolo paesaggistico posto sul parco nel 1986. La ricostruzione permanente del «Teatro continuo» non solo verrebbe a disturbare il canocchiale ottico che unisce l'Arco della Pace al Castello Sforzesco, ma sarebbe oggetto, secondo il presidente della Fondazione Perilparco Alberto Ferruzzi, di «vandalismi», come accade alle Colonne di San Lorenzo. Ferruzzi nella sua lettera al sindaco propone collocazioni alternative dell'opera, in uno specchio d'acqua o nell'area Expo. I comitati ricordano come degrado e deturpamento subiti dalla struttura e il deterioramento del verde spinsero il Comune nel 1989 a demolire l'installazione. Rischio che può ripetersi oggi.
Non solo, alla Procura della Repubblica viene chiesto anche di «valutare quale possa essere il ritorno pubblicitario per la fondazione Burri in termini di incremento di valore delle opere ancora alienabili» e «quale valore pubblicitario in termini di notorietà e incremento della clientela
ne possa ricavare lo studio NCTM» (che finanzia la ricostruzione del teatro su disegni originali), «la legittimità dell'impegno così vincolante e restrittivo a carico della Triennale (che si occuperà della manutenzione).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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