Mimmo di Marzio
Ci sono pochi luoghi che, come il Superstudio di via Tortona, incarnano il genius loci del Fuorisalone. Qui, nei 22mila metri quadri dell'ex fabbrica di General Electric, l'editrice Gisella Borioli mise circa 20 anni fa le basi per il primo distretto del design a Milano. E ancora qui, in questi giorni, affluiscono migliaia di creativi per scoprire dove sta andando la grande ricerca internazionale nel campo della progettazione, ma anche le nuove proposte dei giovani designer di tutto il mondo. Quest'anno, la grande mostra che celebra il Fuorisalone si intitola «Only the best», un concetto che testimonia l'esigenza di fare il punto sui capisaldi di un settore in cui le imprese italiane hanno scritto alcune tra le pagine più celebri. Un argomento su cui, non a caso, si sofferma anche la nuova mostra appena inaugurata nel Triennale Design Museum, «Storie» sul made in Italy appunto, ovvero le sue icone nel '900. Più prosaica la lettura dell'esposizione a cura di Giulio Cappellini che proprio qui a via Tortona, 20 anni fa, fece da talent scout a giovani progettisti che sarebbero presto divenuti delle star, da Fabio Novembre a Jasper Morrison, da Marc Newson a Marcel Wanders, dai fratelli Bouroullec a Nendo, solo per citarne alcuni. In un «Superloft» allestito per l'occasione, Cappellini compie un'operazione esemplare nella sua semplicità, dando vita alla sua casa ideale. Una «mostra» priva di voli pindarici o protagonismi curatoriali, ma un vero spazio abitativo con un taglio preciso ideato da un grande maestro del design contemporaneo: ovvero una casa globale - potremmo essere a Milano, a Berlino o a Manhattan - con i migliori oggetti prodotti da aziende italiane e progettisti internazionali. Dalla cucina ai divani, dalle piastrelle del bagno ai letti, è una carrellata di modelli iconici firmati da grandi marchi del design italiano come Boffi, Poltrona Frau, Poliform, Flaminia, Magis, ma anche a piccole eccellenze nazionali come il fiorentino Pecchioli. La mostra «Superloft» rappresenta l'epicentro di un percorso che mette in luce tendenze e ricerche del design contemporaneo, che evidenzia in modo sempre più preponderante il ruolo della tecnologia, dello studio di nuovi materiali e dell'ecosostenibilità. Un aspetto, quest'ultimo, esaltato dalla suggestiva installazione realizzata dal giapponese Kengo Kuma intitolata Breath: una gigantesca «nuvola» composta da 120 pannelli di un tessuto ripiegato a mano che ha la capacità di assorbire l'inquinamento nell'aria.
Suggestivi scenari sull'interior design legato alla nuova mobilità arrivano dal prototipo di Thomas Kleber che ci mostra come poter viaggiare in un mezzo «a guida autonoma» trasformabile in uno stanziale spazio living o, all'occorrenza, in sala riunioni.
Tra i «nuovi materiali», la milanese Medea rilancia il gran ritorno della plastica in versione eco e artigianale che si fonde e dialoga con materiali naturali come legno, marmo e addirittura lino. Dulcis in fundo, ecco la mostra sensoriale con cui il giapponese Nendo ci conduce in un labirinto misterioso che racconta gli oggetti contemporanei attraverso l'idea del movimento. Da non perdere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.