Torna a splendere in Duomo l'antica Sacrestia Aquilonare

Tre anni di restauri. Fedele Confalonieri: "È un traguardo che vogliamo condividere". A dicembre visite aperte

Torna a splendere in Duomo l'antica Sacrestia Aquilonare

La Sacrestia Aquilonare del Duomo, un «gioiello» rimasto a lungo dimenticato, sepolto, nascosto. Sulle carte c'era tutto, o quasi, ma segni e scritture andavano interpretati. Neppure i tecnici pensavano di trovare là sotto tanta bellezza. Ma quando hanno finito di raschiare, scalpellare e lucidare, ecco spuntare la meraviglia. Benvenuti in uno dei «segreti» svelati del Duomo. A partire dall'11 dicembre il cantiere finito potrà essere visitato dai turisti. Poi la Sacrestia tornerà a fare il suo «mestiere» di sacrestia, luogo ove avviene la vestizione dei ministri del culto e vengono conservati i paramenti liturgici e gli oggetti sacri.

Dell'opera e dell'«antica creatura» venuta alla luce, grazie ai piani di recupero voluti dalla Veneranda Fabbrica, si è parlato durante un incontro nella cattedrale, con le personalità coinvolte nell'operazione. A fare gli onori di «casa», il presidente della Veneranda, Fedele Confalonieri («il restauro, che è un traguardo che vogliamo condividere, è stato reso possibile grazie soprattutto al sostegno di istituzioni quali il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile e Regione Lombardia, e a tutti i nostri donatori e a importanti partner tecnici») e monsignor Gianantonio Borgonovo («con un piccolo sforzo di inventiva, oggi è possibile tornare alla fine del XIV secolo e avere cognizione dell'apparato decorativo»). Invitati a intervenire per la propria parte, l'assessore regionale alla Cultura Stefano Bruno Galli («la lunga stagione pandemica ha colpito con severità i luoghi e gli istituti, per tornare ai numeri precisi questi devono rinnovare capacità e forza attrattiva») e l'assessore comunale dello stesso «dicastero» Tommaso Sacchi («una storia, questa, che va raccontata ai milanesi e ai turisti che vengono a vistare questo simbolo di Milano»). Non ultime le personalità come il soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio di Milano Antonella Ranaldi, la quale ha spiegato che i restauri hanno riguardato «portale, pavimenti e affreschi». Risultato: scoprire tracce di coloriture blu e di lamine dorate, vedere il candoglia dei pavimenti ancora originale «ci ha esaltato pensando alla raffinatezza della Sacrestia Aquilonare, finita e tanto preziosa, quando il Duomo era appena iniziato e ancora in costruzione». Dulcis in fundo, l'ingegner Francesco Canali («architetto del Duomo») direttore dei cantieri, che ha parlato dei progetti, tra video e documenti studiati per portare avanti interventi di ricostruzione filologicamente corretti.

Tre anni di lavori per il restauro della Sacrestia, dietro l'altare maggiore, che hanno impegnato le maestranze della Fabbrica con professionisti quali Cinzia Parnigoni, Paola Zanolini ed Eros Zanotti. «Quelle mura - viene ricordato - furono edificate sul finire del '300, dove si ergeva il Battistero di Santo Stefano alle Fonti, in cui Ambrogio ricevette il battesimo prima di diventare vescovo di Milano». Le opere - sottolinea monsignor Borgonovo - hanno fatto emergere «una testimonianza di un patrimonio storico-artistico di inestimabile ricchezza». Ulteriore richiamo per il turismo, che più in generale migliora. «La risposta dei turisti è stata progressivamente in crescendo - conclude - Siamo attorno al 40% di quanto eravamo come afflusso rispetto al 2019». È seguita la visita del cantiere: eccola la Sacrestia Aquilonare - nota anche come «settentrionale» - con la sua splendida pavimentazione fatta di stelle; e poi su per le impalcature fino a «toccare» con gli occhi i colori di Camillo Procaccini, le sue figure.

Quanta bellezza. A un certo punto, per un attimo, è sembrato di stare a un passo dal cielo (info - visite a gruppi fino a gennaio -: www.duomomilano.it. Ai turisti verrà donato «Il colore e la pietra», pubblicazione sui restauri).

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