All’inizio erano solo quattro tende in croce. Di quelle che si comprano a poco nei negozi di sport e che si montano all’istante, spostandole ovunque. Poi è diventato un vero e proprio bivacco. Benvenuti al camping di piazzale Lugano, soggiorno gratuito e allacciamento a luce e gas gentile «omaggio» della rete pubblica. Da settimane un nutrito gruppo di nomadi, in tutto una cinquantina, campeggia indisturbato sotto le frasche a pochi metri dal cavalcavia Bacula. Fornelletti, panni stesi, e verande improvvisate di fronte alle tende smontabili, alle roulotte o alle casette fatte con le lamiere di alluminio. Nessuno dice niente. O meglio, gli unici che si lamentano sono i cittadini. La preoccupazione per il campo rom smantellato che ritorna in mille forme si sollevano lungo tutto viale Jenner. Non se ne può più di sporcizia, elemosina ai semafori, accampamenti sotto casa. «Tante persone non si fidano a lasciare gli appartamenti al piano terra- confida una signora, residente in viale Luigi Bodio - Chi sta per partire per le ferie ha paura di ritrovarsi la casa svaligiata. Già questo quartiere ha tanti problemi, speravamo di averne messo da parte almeno uno».
Eppure lo sgombero del cavalcavia Bacula, messo a segno a marzodal Comune senza troppa convinzione, non ha portato a grossi risultati. I nomadi si sono solo spostati di pochi metri. «Se qualcuno non interviene entro l’estate commenta un pensionato - rischiamo di ritrovarci al punto di partenza, gli accampamenti aumenteranno ». Tre mesi fa palazzo Marino aveva intimato le famiglie della tendopoli abusiva ad allontanarsi ma, quando la polizia locale e la polizia ferroviaria erano arrivate nel campo, avevano trovatosoltanto una ventina di persone, tutti adulti, insediati in pianta stabile nella tendopoli sui terreni adiacenti i binari delle Ferrovie Nord e sotto il cavalcavia Bacula.
L’intervento, all’acqua di rose, non ha messo affatto paura ai rom. Che, come sempre, hanno aspettato che la situazione si calmasse per ritornare a qualche «numero civico» più in là. «Come minimo ci aspettiamo un altro intervento- protestano i residenti - ma che stavolta sia fatto in modo serio ». Parecchi abitanti della zona tengono a precisare che le loro rimostranze «non sono frutto di razzismo » ma è tutta una «questione di sicurezza».«C’è da aver paura a fermarsi in auto al semaforo lì vicino » ammette Fiorella, stupita dal fatto che i nomadi se ne stiano lì, belli belli, alla luce del sole. «Guardi - sostiene un’anziana di viale Jenner- se dovessi scegliere preferirei mille volte la convivenza col centro islamici che c’era qui. Forse ci faceva un po’ paura il fatto che fossero tanti e che occupassero tutto il marciapiede. Ma almeno loro avevano una motivazione religiosa e non si trattava di un bivacco ». I milanesi chiedono interventi anche in via Ripamonti e Spadolini dove, riferiscono i residenti, «un gruppo di rom, tra cui un bambino, dormono sulle panchine e chiedono l’elemosina in maniera molesta».
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