Traffico di droga: sgominate due gang

Famiglie albanesi hanno guadagnato oltre due milioni in otto mesi

Erano due famiglie albanesi a gestire il maxi giro di droga nel Milanese che fruttava grossi guadagni: solo negli otto mesi oggetto di indagine, più di 2 milioni e 230mila euro. I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno arrestato all'alba di ieri nove cittadini albanesi e un italiano, di età compresa tra i 22 e i 54 anni. Sono accusati, a vario titolo, di traffico e detenzione illecita di stupefacenti. Cocaina, marijuana ed eroina.

L'operazione è stata portata a termine da oltre 90 carabinieri, il gruppo cinofilo e un elicottero. Il blitz è scattato alle 5 di ieri. L'indagine chiamata «Tequila» ha portato anche al sequestro di un «libro mastro», sul quale era riportata la contabilità di uno dei fornitori di stupefacente: i nomi, le date e l'incasso. Per la cessione diretta, circa 40 dosi al giorno, i trafficanti avevano assoldato due pusher, un connazionale e un italiano. Il nome dell'indagine, «Tequila», trae origine dal travestimento di un maresciallo che, per entrare in confidenza con i baristi e i clienti dei locali in cui si spacciava, si presentava come agente commerciale di una nuova marca di tequila. Ciascun familiare aveva un ruolo. I padri prendevano le decisioni, i figli si accertavano che i pusher facessero il loro dovere e le madri presidiavano le abitazioni dove veniva custodita la droga. «Fondamentale per la riuscita dell'inchiesta - spiega il comandante dei carabinieri di Legnano, Francesco Cantarella - è stato il libro mastro trovato a casa del fornitore, un 37enne albanese residente a Canegrate, che negli otto mesi d'indagine ha avuto un giro d'affari di 2 milioni e 374mila euro». Il fornitore, nullafacente, si muoveva tra il Comasco e la Bergamasca, Prato, Arezzo e Roma e le due famiglie albanesi erano tra i suoi migliori clienti.

La prima famiglia individuata, con quattro persone coinvolte, ha un ristorante a Villa Cortese, ma spacciava all'interno di un bar i cui proprietari sono risultati estranei ai fatti. La droga veniva venduta anche girando per la zona in auto. Questa prima famiglia era in affari e veniva rifornita da un'altra famiglia che a sua volta spacciava sul territorio.

RC

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