Chiara Campo
Sono stati «monitorati» dal febbraio al giugno 2015, quando la polizia locale era ancora ai comandi dell'ex sindaco Giuliano Pisapia e dell'assessore alla Sicurezza Marco Granelli. Protagonisti sono tre vigili che prestavano servizio nella zona 4, in particolare nella struttura dedicata ai problemi del territorio. Andavano a sgomberare i campi rom abusivi, indicavano ai carri attrezzi i luoghi dove recuperare auto abbandonate da lungo tempo. Qualche collega di allora assicura che hanno sempre svolto bene il proprio incarico. Ma si ritrovano imputati dei reati di truffa e peculato ai danni del Comune, commessi durante quei quattro mesi del 2015 (forse anche prima?). A denunciarli è stato un funzionario. Secondo l'accusa, «si assentavano dal servizio per consumare i pasti senza comunicarlo alla centrale operativa, talvolta anche utilizzando il veicolo di pattuglia». Non avvisando la centrale, il contatore dell'orario di lavoro continua a girare, in pratica non timbravano il cartellino. Lo scorso 16 dicembre si è già svolta l'udienza preliminare, e il Gup ha pronunciato la sentenza di condanna nei confronti di uno degli imputati che ha scelto la via del patteggiamento. La pena: un anno di reclusione e 246 euro di multa, e il vigile ha «manifestato la volontà di risarcire in via stragiudiziale il Comune». Gli altri due sono stati rinviati a giudizio e il primo marzo, mercoledì prossimo, è fissata l'udienza.
La giunta Sala ora ha deciso di costituirsi parte civile nel processo ai due ghisa, «per ottenere il risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, anche all'immagine, arrecati al Comune di Milano dagli imputati». Così è scritto nella delibera approvata nella seduta dello scorso 17 febbraio. Riunione in cui sono emerse altre «magnagne» giudiziarie. C'è il caso del campo rom abusivo di via Martirano. Nell'agosto del 2015 il Comune ha svolto vari sopralluoghi nell'area, presenti roulottes, baracche in legno, rifiuti abbandonati come bombole del gas, carcasse di veicoli abbandonati, vasconi contenenti materiale non identificabile, gli agenti hanno trovato anche pompe per prelevare l'acqua direttamente dalla falda, e l'acqua dei fontanili confinanti era stagnante a causa dei rifiuti riversati. L'amministrazione ha avviato un'istruttoria per identificare i responsabili del degrado e i proprietari delle aree interessate, e con un'ordinanza «contingibile e urgente» firmata dall'ex sindaco, ha intimato la rimozione dei rifiuti, la pulizia e la disinfestazione dei terreni. Il proprietario ha reagito con un ricorso al Tar. Il Comune nel frattempo ha sgomberato da sè l'area ma ora si è costituito in giudizio per ribadire la regolarità di quell'ordinanza. E la giunta farà appello al Consiglio di Stato per opporsi alla sentenza del Tar (notificata il primo febbraio) che l'ha condannata a rinfondere le spese legali, 4mila euro, sostenute dalla consigliera Pd del Municipio 1 Maria Maddalena Canepa. Ha dovuto difendersi dal ricorso della dem Marina Grossi, che ha preteso il riconteggio delle schede ed è risultata in effetti per 8 voti la prima dei non eletti, subentrando a Canepa.
La giunta ritiene «errato il presupposto che l'Ufficio centrale per le elezioni comunali sia un organo incardinato nel Comune». Si vedrà. Grazie alle dimissioni di Mattia Abdu (che è assessore nel Municipio 1) Canepa intanto ha salvato il posto in aula.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.