I numeri parlano chiaro, e Livia Pomodoro, presidente del tribunale, ha avuto l'onestà di renderli pubblici. Nel sondaggio sull'andamento della giustizia a Milano, su due domande chiave sono arrivate risposte che suonano come bocciature severe. Alla domanda «ritiene che a Milano le procedure del tribunale siano soggette a ritardi irragionevoli?» ha risposto di sì la stragrande maggioranza degli intervistati. Alle aziende che hanno sede all'estero, è stato poi chiesto di confrontare l'efficienza della giustizia in patria con quella a Milano. E anche qui il risultato è stato catastrofico. D'altronde per un processo d'appello a Milano servono in media 884 giorni contro una media europea di 236.
Il sondaggio fa parte del bilancio 2013 del tribunale milanese, reso noto ieri dalla Pomodoro alla presenza del ministro della giustizia Annamaria Cancellieri. E della presenza del ministro Livia Pomodoro ha approfittato per dire chiaramente che la battaglia per una maggiore efficienza non si può vincere se dal governo non arrivano nuove risorse: «Sono una guerriera, il mio tribunale è guerriero, non siamo spaventati ma vorremmo essere ascoltati e che qualche volta vorremmo che si ascoltassero anche le nostre buone ragioni». E le ragioni sono che i 550 cancellieri ed impiegati in servizio a Milano non sono sufficienti. Mentre, ha denunciato la presidente, altrove in Italia ci sono esuberi di personale: «C'è uno spreco enorme di risorse per personale e magistrati, sono tante dove magari non servirebbero e poche dove servirebbero. Il buon governo significa non sprecare, non negare risorse a chi cerca di mettere in piedi iniziative che funzionano».
Ma dal ministro non sono arrivate grandi promesse. Pur lodando il modello Milano («Vediamo di puntare riflettori sulla città per farle diventare modello per tutto il Paese, raccolgo la sfida di far volare Milano per far volare l'Italia») il ministro ha spiegato che l'unica concreta chance di incrementare il personale giudiziario a Milano, ha spiegato la Cancellieri, è trasferire a Palazzo di giustizia i dipendenti in eccesso di enti locali. Il pensiero potrebbe essere rivolto a una parte degli organici della Provincia di Milano destinati a trovarsi in esubero con la soppressione dell'ente.
Così, visto che sperare in massicce iniezioni di risorse fresche è una pia illusione, il ministro ha invitato i magistrati a darsi da fare essi stessi per accorciare i tempi della giustizia: a partire dall'abitudine di scrivere motivazioni interminabili per le sentenze. É un tema su cui anche il presidente della corte d'appello, Giovanni Canzio, sta tentando di sensibilizzare i giudici milanesi. «Semplifichiamo le sentenze, poche parole, facciamole di 4, 8 o 10 pagine e pubblichiamole velocemente, in pochi giorni», dice ieri la Cancellieri. «Dal momento della pronuncia di una sentenza alla pubblicazione delle motivazioni a volte passa un anno e questo lusso è un lusso che non possiamo più permetterci».
Unica misura a breve termine promessa dal ministro per venire incontro alle richieste di Milano sul fronte della giustizia è l'aggiustamento dei confini del territorio del tribunale, in modo da conglobare anche Rho, che oggi ricade sotto la competenza dei giudici di Busto. I reati dell'Expo dovranno essere giudicati a Milano.
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