Cronaca locale

«Tribunale dei minori al collasso»

Mario Zevola, Presidente del Tribunale dei Minori di Milano è lapidario: «La situazione è tragica». E c'è davvero da preoccuparsi perché parliamo di quell'organo composto da giudici togati e onorari che hanno la funzione di giudice in primo grado per tutte le questioni amministrativa, civili o penali che coinvolgono soggetti minorenni per procedimenti che riguardano reati, misure rieducative, adozioni, podestà dei genitori, amministrazione patrimoniale, tutela ed assistenza, affidamenti. «Le risorse sono insufficienti – prosegue Zevola – soprattutto per noi che dobbiamo operare in una materia, quella minorile, dove la tempestività di intervento sarebbe un dovere, ma ahimè ci vediamo costretti ad operare con una riduzione di organico di giudici togati e di personale amministrativo. Due giudici hanno ottenuto il trasferimento al tribunale ordinario e quindi dai 16 in dotazione dal 2003 siamo passati a 14. Ora rimaniamo in attesa che il Ministero stabilisca le nuove piante organiche per i tribunali e il Csm provveda ai concorsi. Fino ad allora devo arrangiarmi con quello che abbiamo in forza».
Zevola snocciola i numeri del tribunale con amarezza: «I giudici hanno a carico circa 7.500 procedimenti l'anno e riescono con fatica a smaltirne altrettanti, 15mila in lavorazione in tutto solo che nel frattempo se ne aggiungono altri e così via. I due giudici che hanno ottenuto il trasferimento gestivano 2.300 procedimenti che ora devo redistribuire. Il personale amministrativo è calato dalle 60 unità del 2005 alle attuali 40. Questi impiegati servono ad aiutare i giudici nello smaltimento delle pratiche e sono una risorsa preziosa per il Tribunale dei Minori, dalla cancelleria e dall'economato, dalle notifiche all'archivio. E ci mancano pure le risorse finanziarie per pagare gli straordinari. Si recuperano le ore ma così facendo il personale diminuisce nelle ore tradizionali di lavoro. Una coperta troppo corta».
Il Tribunale dei Minori lavora soprattutto sulle emergenze e le urgenze e salta costantemente la programmazione. Così facendo tutto si rallenta. «Ho stipulato una convenzione con una Onlus che ci manda dei volontari che coadiuvano gli impiegati e grazie all'Ordine degli Avvocati di Milano a breve si aggiungeranno tre giovani legali. Anche le Università provvedono con gli stagisti per 100 ore settimanali ma non ho persone da affiancare». Visto che bisogna arrangiarsi, Zevola è riuscito a farsi regalare nel 2010 da Unicredit i computer che l'istituto bancario stava dismettendo. Anche una parte del mobilio è frutto di donazioni. Il Presidente ha anche ipotizzato la realizzazione di un software in grado di mappare le pratiche per evitare i ritardi nello smaltimento delle stesse. Il processo è semplice e si realizza attraverso la tracciatura a barre di ogni singolo atto, così facendo gli avvocati e i giudici sanno esattamente a che punto è l'iter burocratico. Il finanziamento potrebbe arrivare dai fondi Expo 2015. Ma al momento il progetto è al vaglio del Ministero di Grazia e Giustizia. Coi tempi classici della pubblica amministrazione. Nel paradosso, il presidente Zevola è stato rimproverato durante l'ultima ispezione del Ministero di Grazia e Giustizia durata tre mesi, dal settembre 2012 al gennaio di quest'anno: «Gli ispettori hanno rilevato che abbiamo trascurato il tema del recupero crediti, cioè la spese di giustizia, che vengono abitualmente riscosse tramite Equitalia».

Che a ben guardare è l'unica buona notizia.

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