Trova la moglie, dalla quale per altro si stava separando, a letto con un altro e scatena il finimondo, chiama i vicini per svergognare la fedifraga. Poi passa alle vie di fatto e, tra insulti e botte, la vicenda, partita come pochade, per poco non finisce in tragedia. Perché nel «vendicarsi» l'uomo ha decisamnete esagerato, infierendo a calci e pugni sul rivale anche quando questo era a terra incapace di difendersi. Portato in ospedale in codice rosso, la vittima è stata operata d'urgenza, subendo l'asportazione della milza. Il quasi omicida si è poi rifugiato a casa del padre, dove ha aspettato l'arrivo dei carabinieri.
Si conclude dunque tra i lampeggianti dei mezzi di soccorso, una vicenda iniziata ancora una dozzina d'anni fa quando Angelo, allora 25enne, incontra una donna albanese, di un anno più grande, clandestina in Italia. Se ne innamora e decide di sposarla. Parte tutta la trafila burocratica per il permesso di soggiorno, poi le nozze, la nascita di una bambina. La moglie però si rivela ben presto una spirito irrequieto e il matrimonio inizia ad andare in crisi. Angelo tuttavia difende fin che può quel rapporto, anche perché c'è di mezzo una figlia. Poi alla fine cede, lascia la casa coniugale, torna a vivere con i genitori e avvia le pratiche di separazione.
Non è che però la situazione per questo diventi più tranquilla, anzi prosegue tra alti, pochi, e bassi, molti, continui dispetti, sgarbi e ripicche. Fioccano anche le querele, che poi Angelo, sempre per evitare traumi alla piccola, ritira puntualmente. In un clima di estrema tensione arriviamo alla sera di venerdì quando attorno alle 20.30 torna nella sua ex casa per recuperare alcune cose. Avendo ancora le chiavi non suona ma entra direttamente e qui trova la moglie avvinghiata a tale Giorgio, 38 anni. I due, nel caso fosse rimasto qualche dubbio su cosa stessero facendo, avevano ormai addosso solo la biancheria intima. All'inizio potrebbe sembrare una trama degna di Georges Feydeau con il classico «Cielo mio marito» e quel che segue. Infatti Angelo trascina Giorgio seminudo nel cortile di casa mettendo l'intero vicinato a conoscenza dei comportamenti della moglie. Poi perde la testa.
Angelo inizia a picchiare il rivale, mazzate terribili che ben presto lo lasciano privo di sensi a terra. Sembra in preda a un raptus, continua a infierire con calci e pugni nonostante Giorgio non sia più in grado di reagire. La moglie prova a fermarlo e viene a sua volta picchiata con forza. Poi in qualche modo la sua furia si placa e fugge lasciando i due a terra svenuti e sanguinanti. Di lì a poco arrivano ambulanze e carabineri chiamati dai vicini. L'albanese è gonfia e tumefatta ma niente di grave, se la caverà in una decina di giorni. Molto più serie invece le condizioni dell'uomo, portato a sirene spiegate all'ospedale di Rho, viene operato d'urgenza e, date le lesioni, i medici sono costretti ad asportargli la milza.
Nel frattempo i carabinieri si mettono a caccia del mancato omicida. Non devono cercare molto, lo trovano a casa del padre, li sta aspettando rassegnato. «Ho perso la testa, ma quella donna è stata veramente la rovina della mia vita. Ho fatto di tutto per lei, l'ho perdonata ogni volta che mi tradiva. Ma questa volta non sono riuscito a trattenere la rabbia.
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