Trovato morto sul Naviglio: la moglie voleva nasconderlo

Scoperto lungo le sponde il cadavere di un tassista cinquantenne Per i carabinieri il corpo è stato trascinato sul posto già senza vita

Trovato morto sul Naviglio: la moglie voleva nasconderlo

Si chiamava Riccardo Rossi, faceva il tassista e abitava a Trezzano sul Naviglio, in via Monteverdi, nel quartiere Zingone. Cioè a circa 700 metri dal luogo dove ieri mattina è stato trovato cadavere da una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Corsico, intorno alle 5, sulle sponde del Naviglio Grande alle spalle del controviale che corre lungo la statale Vigevanese. Quel che ha lasciato di stucco i militari, ancor più del morto, è stata la donna trovata accanto al tassista, che è risultata poi essere la moglie, una coetanea. Accanto a un borsone vuoto, con il quale la 50enne doveva aver trascinato il coniuge fino a lì, cercando in qualche modo di occultare il cadavere. Un omicidio? Al momento resta solo un'ipotesi. Il cadavere di Rossi, morto non più di due ore prima come ha stabilito il medico legale arrivato sul posto, non solo era completamente vestito e indossava le scarpe, ma non presentava evidenti segni di violenza: a vederlo, insomma, sembrava morto di un malore e non per mano di qualcuno. Tuttavia l'ultima parola in questo senso la potrà dire soltanto l'autopsia, immediatamente disposta dal magistrato di turno. La casa è stata posta sotto sequestro per approfondimenti.

La moglie di Rossi ieri è stata interrogata a lungo, ma i carabinieri tengono le bocche cucite sulla sua deposizione. Nessuno vuole fare passi falsi, tanto meno incolpare qualcuno che non ha ucciso. L'uomo da poco era stato lasciato a casa dal lavoro, sembra che avesse dato segni di squilibrio. Se l'esame autoptico scartasse l'omicidio, ci sarebbe da interrogarsi fortemente sui motivi che hanno spinto la moglie di Rossi a portare il cadavere sulle sponde del Naviglio tentando di occultarlo. Quando qualcuno muore di morte naturale di solito si avvertono i parenti, le pompe funebri e magari un prete. Non s'infila di certo il cadavere come un pacco indesiderato in un borsone per poi cercare di sotterrarlo vicino a un corso d'acqua in tutta fretta come se si fosse implicati in qualche modo in quella morte.

Al momento gli investigatori non escludono nulla.

A Corsico qualcuno parla già di una storia di degrado famigliare profondamente degenerata che avrebbe spinto la donna, davanti al marito morto all'improvviso in casa per un malore, a volersi sbarazzare del cadavere in ogni modo e prima possibile. Il mistero per ora resta. Nello stabile di via Monteverdi, la famiglia Rossi pare non la conoscesse nessuno tra i vicini.

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